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SUA ECC.ZA REV.MA MONS. SALVATORE MICALEF
VESCOVO ORDINARIO
DOCUMENTO TEOLOGICO PASTORALE

Exaltationis Sanctae Foederatio Immaculati Cordis Mariae, et in diaboli et peccati.


“Salvatore, Vescovo Ordinario, Successore degli Apostoli, e, Servo di nostro Signore Gesù Cristo”.

PROEMIO

“Santissima Trinità, Amore infinito, Misericordia traboccante, io confido in Te, che con un lampo della Tua Infinita Maestà dai Luce all'oscurità del peccato più grande e dissipi con un lampo le tenebre dell'Angelo ribelle, che è ferito dalla tua Misericordia che respinse dall'eternità! Maria, Tu Vergine Immacolata, sei il Dono della Misericordia e riflesso eterno della Sua Luce. Immagine della Chiesa pura e santa, ne sei Tu, o Immacolata, la porta che s'apre alla Luce che la illumina. Tu, Figlia del Dio Altissimo, madre del suo Figlio e Sposa dello Spirito, Tempio sublime della Trinità, schiacci e sconfiggi il nemico che la insidia e che, impotente, fa guerra ai fratelli di tuo Figlio. Madre della Misericordia, Figlia della Misericordia, Dono della Misericordia, Porta della Misericordia, illumina le tenebre che si avanzano e che si vestono di Luce che illumina l'abisso e sprofonda il cuore dei tuoi figli nell'inferno! Vergine Immacolata, Tu sei colei che ci fu data a consolatrice e quale certezza del nostro destino. Già dall'eternità redenta in Cristo, Immacolata per Lui, aiutami nelle insidie del Nemico!” (Preghiera all’Immacolata Concezione).

Breve Introduzione

La Madonna apparendo a Fatima in Località Cova d’Iria il 13 Maggio del 1917 disse espressamente ai tre pastorelli, Francesco, Giacinta e Lucia: “il Mio Cuore Immacolato Trionferà”, sul peccato e sul male, e sulla terra tornerà una pace duratura, soltanto se l’uomo si incammina nuovamente sulla via di Dio e si converte da tutte le sue scelleratezze. Questa profezia si compirà e niente e nessuno potrà impedire che ciò accada. Il Trionfo è una cosa certa, ma, perché avvenga bisogna che l’uomo torni pentito e contrito ai propri peccati davanti Dio con la preghiera, con i Sacramenti, e con la piena conversione del cuore, abbandonando con consapevolezza e per sempre la via che porta al male che lo vuole distruggere, e condurre con le proprie gambe nelle profondità dell’inferno, dove ci sarà pianto e stridore di denti per tutta l’eternità. Siamo giunti in un epoca di malvagi, di approfittatori, di coloro che hanno volutamente abbandonare Dio e la Sua Chiesa, fondata sul Sangue innocente di Gesù Cristo sparso sulla Croce per riparare i nostri miseri peccati, costruendosi intorno a loro un dio fatto a loro immagine e somiglianza, che porta aridità nel loro cuore, consumandoli in un vortice di sofferenza e disperazione interiore. Sembra che siano felici, ma sono come dei morti viventi che camminano, sbiaditi e privi di vita, privati della loro anima. Alla fine, la Madonna ci assicura che, il Suo Cuore Immacolato trionferà. Alla fine della grande battaglia dove si batteranno il bene ed il male, fra la Chiesa (specialmente Maria) e il Dragone (satana e i suoi seguaci), la bontà sarà totalmente trionfante sulla malvagità, che l’astuto serpente sarà legato con catene infuocate nelle profondità dell’inferno dove non nuocerà più a nessuno. La battaglia sarà terminata con una Grande Vittoria del Cuore immacolato di Maria. Il maligno verrà totalmente sconfitto, la sua testa orgogliosa sarà schiacciata dal calcagno di Maria. La Donna vincerà. Trionfo significa: vittoria sul peccato e sui demoni. Nel Cuore di Maria il bene ha già trionfato completamente sul mondo. In Lei non c’è nessuna traccia di peccato. Ora risiede in Cielo presso la SS.ma Trinità dove è già glorificata e incoronata Regina del Cielo e della terra, assolutamente scevra dalla contaminazione del male. La vittoria sul male ha raggiunto il suo culmine all’interno del suo Cuore Immacolato, che tuttavia, ha un significato ben più grande del suo trionfo personale sull’antico avversario. La profezia si riferisce al suo trionfo che avviene dentro ognuno di noi, nel momento in cui il peccato viene eliminato e scacciato definitivamente dalla nostra anima attraverso il pentimento, con il Sacramento della Confessione Sacramentale e l’amore regna nel mondo, e i nostri cuori diventeranno come il Suo. Questo è ciò che succede nel momento della nostra conversione dal peccato, che si realizza quando un cuore tormentato si rivolge a Dio con la fede e la sottomissione a Maria. Quando diciamo "si" a Dio, dichiarando il nostro "fiat" come fece Lei, ha inizio in noi il Trionfo del Suo Cuore Immacolato. Maria ha permesso a Dio di entrare dentro di Lei, per compiere la Sua volontà stabilita prima della creazione degli Angli e del mondo. Come messaggera di Dio Maria ci invita ad accettare la potenza salvifica di Dio chiamandoci al pentimento e alla vera contrizione dei nostri peccati. Il nostro trionfo sul demonio inizia quando diciamo con vera e profonda Fede "si" a Lui e alla Madonna, Allora questo cresce mettendo radici sempre più in profondità fino al giorno in cui verremo portati in Cielo per essere con Cristo, proprio come Maria, venne portata in Cielo dagli Angeli con la sua Assunzione in corpo e anima. Il Trionfo "alla fine" si comparirà sulla terra, quando tutti nel mondo acconsentiranno a ripetere il "si" che Maria diede a Dio nel momento in cui acconsentì a diventare la Madre del Suo Santissimo Figlio, il Signore Gesù Cristo. Tutto questo è già iniziato, poiché nel corso degli anni tante anime in tutto il mondo hanno già ascoltato i messaggi della Madonna durante le varie apparizioni e hanno fatto le scelte che Lei ha suggerito. Essi hanno detto "si" al Signore e si sono uniti a Maria nella preghiera e nel sacrificio per aiutarla a salvarci tutti e a portare l’Era di Pace in questo mondo devastato dal peccato e dal demonio. Questo è un trionfo del "si" pieno di fede, che è stato per tanti anni conservato nei nostri cuori, fin dall’infanzia, quando i nostri genitori cominciano a istruirci alla vera Fede, attraverso la Parrocchia, il Catechismo e i Sacramenti. Le preghiere e le vite virtuose poetano benedizioni e protezione a questa generazione indegna. purtroppo per la stragrande maggioranza il Trionfo sembra non essere ancora incominciato. È a questi suoi figli che la Madonna indirizza i messaggi. Lei non vuole che si perdano nelle profondità dell’inferno ma che si salvino tutti senza nessuno escluso. Essi devono lasciare per sempre il loro orgoglio e la loro presunzione di farsi dio in terra e con cuore contrito e penitente, rivolgersi al Signore per essere salvati. Allora anche in loro verrà il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Attraverso i messaggi di salvezza, la Regina del Cielo e della terra ci assicura che la situazione attuale sarà rovesciata totalmente dall’intervento di Dio. Attraverso la Sua grande misericordia, per mezzo, e per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria e di tutti coloro che si uniscono a lei nello sforzo di cambiare questo mondo, questo accadrà in modo meraviglioso e grande. Non solo la Russia ma tutto il mondo si convertirà. Maria ha promesso la conversione a livello mondiale. Il Castigo, se ci sarà, la garantirà. La conversione del mondo verrà sicuramente, e diventerà Suo attraverso la nostra conversione e il Suo intervento. Il Trionfo del Cuore Immacolato arriverà, possiamo starne certi di questo. A Dio tutto è possibile, Egli è Eterno, come lo saremo noi miseri uomini se saremo degni di entrare nel Suo Regno. Dio fin dal principio della creazione del mondo "desidera stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato". Egli desidera rendere gloria a Sua Madre sulla terra. La Sua intenzione a questo riguardo è ovvia se consideriamo le implicazioni dell’Assunzione di Maria in corpo e anima, un mistero così perfetto, che ci garantisce che Egli le ha già dato personalmente tutta la gloria che Lei può ricevere. Egli la riempie di gloria attraverso Gesù, suo Figlio, che possiede quella gloria come sua. Egli che è "pieno di grazia e di verità", "il Figlio unigenito del Padre" su cui dimora il suo favore, vuole glorificare Sua Madre Maria il più possibile, dandole la pienezza della Resurrezione che Egli stesso ha ricevuto dallo Spirito Santo. Noi uomini dobbiamo aiutarlo in questa grande missione. Dobbiamo glorificare con ogni mezzo a nostra disposizione Maria con Lui, riconoscere senza vergogna davanti a tutti gli uomini e le donne di questa terra, la meravigliosa opera che Egli ha compiuto in Lei, rendendola più bella del sole e delle stelle, più incantevole della luna, incoronandola Regina di tutto l’universo, nelle candide vesti abbaglianti della luce del Signore. Noi la glorificheremo obbedendo ai suoi ricorrenti richiami al pentimento e alla conversione del nostro cuore, imitando la sua risposta data a Gesù, proclamando il suo nome come Madre di Dio, Madre nostra e Madre della Chiesa. Dio vuole che si sappia in tutto il mondo che il trionfo del bene sul male deve avvenire, e avverrà, attraverso il Cuore Immacolato di Maria. Lei verrà glorificata sia da Dio che da noi sulla terra, perché sarà manifesto che Dio ha operato il Trionfo attraverso di Lei. Il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria sarà un evento di conversione così potente e universale che tutti saranno spinti a lodare Dio per le magnifiche opere che Egli ha fatto nella Sua creatura, Maria. La grandiosa potenza che questa umile serva possiede nel partecipare alla redenzione del mondo sarà ampiamente chiara agli occhi di tutti, anche di coloro che ancora non credono. Sarà riconoscibile nella totale conversione del mondo come un evento storico di una tale portata che illuminerà tutti i passati momenti di gloria. Dio accorderà un’immensa gloria a Maria, attraverso il Cuore Immacolato, e allora anche noi inizieremo a comprendere la gloria con la quale Egli intende adornare ciascuno di noi. Maria mostrerà, nel Trionfo del Suo Cuore, che ha sofferto in pieno la Passione del Suo adorato Figlio fino alla Sua morte in Croce, l’inestimabile gloria promessa alla Chiesa e a ciascuno di noi. Il nostro destino è il suo stesso destino, se ci pentiamo amaramente dei nostri peccati e cerchiamo il Signore con tutto il nostro cuore, l’anima e la nostra mente. Anche noi saremo glorificati da Dio con Gesù e Maria, con la stessa gloria dello Spirito Santo che essi hanno ricevuto dal Padre. Amen.

CAPITOLO I
Nascita della devozione del Cuore Immacolato di Maria


Nell’Anno 1944 Sua Santità Papa Pio XII estese a tutta la Chiesa la festa del Cuore Immacolato di Maria, che fino a quella data era stata celebrata solo in alcuni luoghi e su speciale concessione della Chiesa stessa. Il calendario liturgico fissa la festa come Memoria facoltativa il giorno dopo la Solennità del Sacro Cuore di Gesù definita: celebrazione mobile. La vicinanza delle due feste riconduce a S. Giovanni Eudes, il quale, nei suoi scritti, non separò mai i due Cuori, di Gesù e di Maria: egli sottolinea l’unione profonda della Madre col Figlio di Dio fatto carne, la cui vita pulsò per nove mesi ritmicamente con quella del cuore di Maria. La Festa Liturgica sottolinea il lavoro spirituale del cuore della prima discepola di Cristo e presenta Maria SS.ma come protesa, nell’intimo del suo cuore, all’ascolto e all’approfondimento della Parola di Dio, che è la linfa vitale di ogni essere umano. Maria medita nel suo cuore gli eventi straordinari in cui è coinvolta insieme a Gesù, cercando di penetrare il mistero che sta vivendo e questo le fa scoprire la Volontà del Signore, che agisce per sua intercessione. Con questo suo modo di essere, Maria ci insegna ad ascoltare e a vivere pienamente la Parola di Dio e a nutrirci del Corpo e Sangue di suo Figlio Gesù, come cibo spirituale per la nostra anima, e ci invita con umiltà a ricercare il Signore nella meditazione, nella preghiera e nel silenzio, per comprendere e compiere la sua santa Volontà. Maria, con il Suo amore di mamma, ci insegna a riflettere sugli avvenimenti della nostra vita quotidiana e a scoprire in essi Dio che si rivela a noi, inserendosi nella nostra vita e nella nostra storia. La devozione al Cuore Immacolato di Maria ha ricevuto un forte impulso dopo le apparizioni della Madonna a Fatima del 1917, in cui la Vergine Maria ha chiesto espressamente al mondo intero di consacrarsi al suo Cuore Immacolato. Questa consacrazione trova fondamento nelle parole di Gesù sulla croce, che disse al discepolo Giovanni: “donna ecco tuo figlio” “figlio, ecco tua madre!”. Consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria significa farsi guidare dalla Madre di Dio per vivere in pienezza le promesse battesimali e per raggiungere un’intima comunione con suo Figlio Gesù. Chi desidera accogliere questo dono preziosissimo, scelga una data in cui consacrarsi a questo Cuore Immacolato e si prepari spiritualmente per almeno un mese, con la recita quotidiana del Santo Rosario e la partecipazione frequente alla S. Messa, la Confessione e la Comunione Sacramentale. Nella Sacra Scrittura, il termine “cuore” è alla base del rapporto religioso dell’uomo con Dio. Il cuore oltre ad essere un organo vitale per l’uomo, è al centro di tutta la vita spirituale dell’uomo; è il principio di vita, memoria, pensiero, volontà, interiorità: il cuore è inteso come sede dell’incontro personale con Dio. La devozione al Cuore di Maria ha il privilegio di poter contare su due testi chiave del Nuovo testamento. Essi sono: «Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo Cuore» (Lc 2,19); «Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo Cuore» (Lc 2,51). Dai due testi appare la partecipazione in prima persona alla profondità dell’associazione interiore di Maria come correlatrice all’opera salvifica di suo Figlio Gesù Cristo nostro Signore. Tutto ciò che si compie nel corpo paziente del Figlio, si compie nell’anima e nel Cuore della Madre, che viene rappresentata come spinta, nell’intimo del suo Cuore, all’ascolto e all’approfondimento della Parola di Dio. Quindi, viene sottolineato l’atteggiamento contemplativo di Maria nei misteri della vita di Gesù: possiamo pensare a Maria che, dopo l’annuncio dell’Angelo Gabriele, s’interroga intimamente sui disegni di Dio a suo riguardo e ripete la sua risposta di accettazione: «Avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). È la preghiera di adesione piena di fare solo ed esclusivamente la volontà di Dio in pieno. Ci viene così insegnato che conservare nel cuore “tutte” le cose che riguardano il Signore è un impegno permanente della fede cristiana per tutti, in ogni tempo e in ogni luogo della terra. Lungo le varie tappe dell’anno liturgico, noi “facciamo memoria” di tutte le parole e i gesti compiuti da Gesù nel corso della Sua vita terrena, che comprendono: la sua dolorosa passione, morte e resurrezione, e, come Maria li mettiamo a confronto, li riviviamo, li sperimentiamo soprattutto nell’ora della prova e della tentazione. Ha affermato San Giovanni Paolo II in tante delle sue Omelie: «L’atteggiamento di Maria ispira la nostra fede: quando soffiano le tempeste e tutto sembra naufragare intorno a noi, ci sostenga la memoria di quanto il Signore ha fatto in passato». «La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda» (Mt 12,34); per questo la meravigliosa preghiera del Magnificat ci svela la ricchezza del Cuore umile e regale di Maria. È un Cuore che canta la lode di Dio e il suo canto non è solo il canto solitario della storia di un’anima, ma quello della storia della salvezza di tutto il popolo di Dio. È un Cuore che canta la liberazione dei poveri di Jahvéh, perché in lei tutti i mendicanti di Dio acclamano il Signore della gloria e della misericordia. Le pagine della Sacra Scrittura in cui compare il Cuore mettono in evidenza la profonda associazione di Maria a tutta l’opera salvifica di Cristo: tutto ciò che si compie nel Figlio, si compie anche nell’anima del Suo Cuore Immacolato di Madre. Ella è la nemica numero uno del demonio, che strappa le anime dei poveri peccatori dai suoi artigli e li conduce davanti alla Misericordia del Figlio, che una volta pentiti e purificati dalle loro colpe li conduce in Paradiso.
Venerazione del Cuore Immacolato di Maria da alcuni santi:
Il beato Isidoro Bover (1890-1936), un pio e dotto figlio di Sant’Ignazio di Loyola, raccolse quasi quattrocento sentenze e titoli dai Padri, Dottori della Chiesa, Santi e autori mistici, che, iniziando dal Vangelo, si addentrarono nella contemplazione e devozione dei Cuori di Gesù e di Maria e prepararono con le loro opere e coi loro esempi l’evento meraviglioso del culto pubblico ai Sacri Cuori, che sovente negli scritti dei Santi sono uniti, come uniti furono e sono nello Spirito Santo per tutta l’eternità beata. Tuttavia, non mancano i contemplativi e gli scrittori che hanno fissato il loro sguardo in modo speciale al Cuore di Maria. Per esempio, san Gregorio Taumaturgo chiama il Cuore di Maria «vaso e ricettacolo di tutti i misteri di Dio». Simeone Metafraste mette sulla bocca di Maria queste parole rivolte al Figlio: «Il tuo costato fu sì trafitto, ma nello stesso istante lo fu anche il mio Cuore». Sant’Agostino Vescovo asserisce che il «concepimento della Vergine avvenne prima nel suo Cuore e successivamente nel suo grembo verginale». Questo tema che è stato ripreso e sviluppato in tutto il Medioevo e nelle epoche successive, al Concilio Vaticano II e fino ai nostri giorni. Così con sant’Ambrogio, sant’Anselmo, Eadmero, san Bernardo, Ugo di san Vittore, san Bonaventura, sant’Antonino da Firenze, san Pietro Canisio, san Francesco di Sales, la devozione al Cuore di Maria fiorisce in un vero e proprio culto privato, che risana tutti da ogni colpa. Nel periodo del Medioevo, l’evento della congiunzione dei due Cuori redentori sofferenti sul Calvario è stato meravigliosamente sviluppato nel famoso “Stabat Mater”, attribuito a Jacopone da Todi (1239-1306). Il culto troverà però incremento soprattutto ad opera di santa Matilde di Hacheborn (1241-1298), santa Gertrude la Grande (1252-1302) e santa Brigida di Svezia (1303-1373). Leggiamo, infatti, nelle Rivelazioni di santa Brigida di Svezia, che Gesù disse alla sua serva fedele: «Il Cuore di mia Madre era come il mio Cuore; posso dire che mia Madre ed io, con un sol Cuore, abbiamo operato la redenzione del genere umano». Arnaldo di Bonavalle († 1156), nella mistica transfissione del Cuore di Maria ai piedi della croce, vede il fondamento della sua azione di Corredentrice del genere umano: «Ambedue: la Madre e il Figlio offrivano a Dio lo stesso sacrificio, ella col sangue del suo Cuore, egli col sangue del suo corpo martoriato sulla Croce». San Bernardino da Siena può chiamarsi il «dottore del Cuore di Maria». In quel Cuore egli vede come una viva fornace da cui fuoriescono sette fiamme, che sono sette atti di amore espressi nelle sette parole evangeliche della Madonna. Nello “Stimolus Amoris”, opera per lungo tempo attribuita a san Bonaventura, ma appartenente al beato Giacomo da Milano, leggiamo questa frase determinante: «Tutta l’opera della salvezza sgorga dal Cuore Immacolato di Maria»; Goffredo Admontensis afferma con uguale chiarezza e determinazione: «Lo Spirito Santo conferì a Maria tutti i doni della grazia e tutti li radunò nel Cuore di lei, perché così Ella potesse sanare e salvare le anime dalle insidie del diavolo». Quindi, riassumendo: i santi, gli scrittori ecclesiastici, i mistici, hanno visto nel Cuore Immacolato di Maria il vero ed autentico Paradiso di Dio, l’Eden del novello Adamo, l’Arca dell’Alleanza, la Scala del cielo, il Trono del Re Messia, il tempio santo di Dio, la sorgente della grazia, e pertanto lo hanno chiamato: Cuore santo, Cuore Sacro, Cuore fulgente di candore, Cuore verginale, Cuore materno, Cuore regale, Cuore purissimo e finalmente Cuore Immacolato di Maria, il titolo più dolce e più comprensivo, che si possa attribuire alla Madre di Dio e nostra. Dopo una breve eclissi (sec. XV), il culto al Cuore di Maria riprese più vigoroso nel secolo XVI sino a divenire all’inizio del sec. XVII davvero familiare alle anime contemplative e devote della Madre di Gesù. Questo secolo passerà alla storia soprattutto ad opera di santa Margherita Maria Alacoque, che in esso si registrarono tutto un fiorire di devozione ai sacri Cuori. Santa Giovanna Francesca di Chantal (1572-1641) firma i suoi voti su una carta che vuole poi essere sepolta con lei: «Mia dolcissima Madre, metti nel Cuore di tuo Figlio questa indegna creatura e le sue risoluzioni, affinché esse siano eterne». Il venerabile Vincenzo Caraffa (1585-1649) afferma: «Per rendere omaggio alla Madre di Dio e domandarle con felice esito qualche virtù, cerchiamo di renderci abituale tutti i giorni della settimana la pia pratica di unire il suo Cuore materno a quello di Gesù». Il venerabile Paolo de Barrj, gesuita (1585-1661) afferma: «Regina del cielo e della terra, eccomi umilmente prostrato alla tua divina maestà, per offrirti un dono di cui non si conobbe mai l’uguale. Ti offro il Cuore amoroso di Gesù, tuo amabilissimo Figlio e mio adorabile Redentore. Non è questo il dono più ricco che possa offrire sulla terra? Questo divin Cuore vale più di tutti i mondi possibili, anche se questi fossero pieni di serafini; questo Sacro Cuore vale di più di tutti i cori degli angeli e dei santi che potrebbero essere se Dio li facesse uscire dal seno della sua onnipotenza. Questo Cuore è il Cuore dei cuori, il Cuore tutto tenerezza, il Cuore quasi simile a quello dell’augustissima Trinità; ed è anche il Cuore che, è sorgente vivificante delle più elette benedizioni, il più bell’oggetto delle tue compiacenze: perciò è questo Cuore che voglio offrirti in dono. Degnati, o mia cara Madre celeste, di gradire questa offerta e ottienimi la grazia della perseveranza finale. Dal Cuore di Gesù attendo il resto… la felicità… la gloria e il Paradiso, se ne sarò degno». Sino al secolo XVII, dunque, il culto privato per il Cuore di Maria, cominciato con san Giovanni l’Apostolo e Evangelista, andò sempre crescendo; e poco importa se invece di “culto” adoperiamo il termine “devozione privata”; per l’attività ammirabile di san Giovanni Eudes, infatti, in alcune regioni e in alcuni Ordini religiosi, diventò culto pubblico, in quanto venne dotato della Messa e dell’Ufficio propri in tutto il corso dell’Anno Liturgico Pastorale. San Giovanni Eudes (1601-1680) è stato l’ardente apostolo, il dotto teologo, il cantore ispirato del culto del Sacro Cuore di Gesù insieme al Sacro Cuore di Maria. Predicatore di missioni popolari, lo diffuse in una ventina di diocesi della Francia, fondando dappertutto le sue confraternite ai due Sacri Cuori; scrisse una grande opera, “Il Cuore ammirabile della Madre di Dio”. L’8 febbraio 1648 ad Autun, con l’approvazione del vescovo della diocesi e con grande solennità, il mondo celebrò per la prima volta nella storia la festa in onore del Cuore di Maria. Il testo latino, compresi gli inni e la sequenza della Messa, erano stati composti dallo stesso Santo. Padre Giovanni Croiset, confessore di santa Margherita Alacoque afferma: «I Cuori di Gesù e di Maria sono talmente conformi e uniti tra loro che non si può entrare in uno, senza introdursi contemporaneamente nell’altro. Con questa differenza, però: che il Cuore di Gesù ammette soltanto anime sommamente pure, mentre quello di Maria, mediante apposite grazie che loro ottiene, prima le purifica e poi le mette in condizione di essere introdotte nel Cuore di Gesù. Se non abbiamo una grande tenerezza per la Madre, non possiamo desiderare l’amore per il Figlio. Dobbiamo ritenere per certo che, soltanto per suo mezzo, troveremo grazia presso Gesù Cristo e potremo essere accolti dal suo sacratissimo Cuore». San Francesco di Sales fece del Cuore della Vergine Maria il luogo d’incontro delle anime con lo Spirito Santo. Al momento della Comunione, il nostro cuore diventa come quello di Maria: come lei e con lei ospitiamo Gesù, ci nutriamo della sua Parola e diveniamo suoi fedeli annunciatori. Dopo di lui, la devozione al Cuore di Maria vive in un continuo crescendo con tempi particolarmente favorevoli dovuti, in primo luogo, alla Medaglia Miracolosa (1830). In tale occasione la Vergine, apparendo a santa Caterina Labouré a Parigi, chiese a questa umile Figlia della Carità di far coniare e diffondere una medaglia che portasse da un lato l’immagine dell’Immacolata con l’iscrizione: «O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te» e dall’altro lato, sotto la lettera M, il Cuore di Gesù circondato da una corona di spine e il Cuore di Maria, trafitto da una spada. Si tratta della nota “Medaglia Miracolosa”, così chiamata a motivo delle numerose straordinarie conversioni e delle guarigioni prodigiose ottenute da coloro che la portano e invocano devotamente colei che la volle. C’è da ricordare anche l’Arciconfraternita del Cuore Immacolato di Maria, fondata nel 1836 dall’abate Desgenettes, in riconoscenza delle grazie ricevute dopo aver consacrato al Cuore Immacolato di Maria la sua parrocchia, che si trovava in uno stato deplorevole. Collegati con la Medaglia Miracolosa sono lo Scapolare verde del Cuore Immacolato di Maria e lo Scapolare rosso della Passione, ossia del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore amantissimo e addolorato della Beata e Immacolata Vergine Maria. L’8 settembre del 1840, a dieci anni dalle apparizioni della Madonna a santa Caterina Labouré, suor Giustina Bisqueyburu, giovane novizia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, in Rue du Bac, in una visione vide la Madonna con il suo Cuore sormontato da fiamme nella mano destra, e nell’altra, una specie di Scapolare di stoffa verde; da una parte, l’immagine di Maria che teneva nelle mani il suo Cuore trafitto e sull’altra parte un Cuore trafitto da una spada tutto acceso di raggi più brillanti del sole e trasparenti come il cristallo. Il Cuore era circondato dalla scritta: «Cuore Immacolato di Maria, pregate per noi, adesso e nell’ora della nostra morte». Una voce interna le disse che questa immagine avrebbe dovuto contribuire alla conversione dei peccatori e procurare loro una buona morte; le chiese dunque di confezionarla al più presto e di distribuirla con fiducia. Dopo una prima approvazione dell’arcivescovo di Parigi monsignor Affre, di cui però non esiste documento scritto, Sua Santità Papa Pio IX diede la sua approvazione orale per ben due volte: «È una bella e pia immagine. Do il permesso a questo Scapolare e autorizzo quelle buone suore a confezionarlo e a distribuirlo in tutto il mondo». L’autorizzazione scritta si ebbe dall’arcivescovo di Cambrai, mons. Delamaire, e porta la data del 13 luglio 1911. Dopo allora le approvazioni furono molte, ovunque lo Scapolare fu usato, ma la cosa più importante fu la conferma del cielo, con i miracoli di conversione e tante grazie che si moltiplicarono. Il fatto più noto fu quello avvenuto nel 1859, con la conversione in punto di morte e la confessione del suo misfatto da parte dell’assassino di monsignor Affre, arcivescovo di Parigi. La storia di questa conversione fu raccontata da suor Dufés, una delle due Figlie della Carità che assistettero il moribondo fino alla fine. L’assassino morì dicendo: «È a Maria, Rifugio dei peccatori, che devo la mia conversione». Suor Dufés gli aveva nascosto lo Scapolare verde sotto il cuscino, ma quello che ha contato ancora di più sono state le preghiere dette con grande fiducia e amore nell’intercessione della Vergine che lo hanno accompagnato. Non si tratta, infatti, di un oggetto “magico”, ma di un oggetto benedetto, che deve suscitare nel cuore e nella mente sentimenti di penitenza e di amore per Dio e la Vergine santa e perciò di vera ed autentica conversione. Sei anni dopo, il 26 luglio 1846, un’altra Figlia della Carità, suor Luigia Apollina Andriveau, in visione vide sull’altare nostro Signore, vestito di rosso con il manto blu, che teneva nella mano destra uno Scapolare rosso: su di una facciata era raffigurato Gesù in croce circondato dagli strumenti della Passione e dalla scritta: «Santa Passione di nostro Signor Gesù Cristo, salvaci!», sull’altra era impressa l’immagine del Sacro Cuore di Gesù, incoronato di spine, e di Maria, trapassato dalla spada; fra i due Cuori una croce e attorno la scritta: «Sacri Cuori di Gesù e Maria, proteggeteci!». Questa apparizione si ripeté diverse volte e il 14 settembre 1846 Gesù fece sentire a suor Apollina questa consolante promessa: «Coloro che porteranno lo Scapolare con amore, riceveranno ogni venerdì un aumento di fede, speranza e carità». Nel 1847, il Papa Pio IX approvò lo Scapolare, lo arricchì d’indulgenze, autorizzando i Preti della Missione a benedirlo e diffonderlo. In seguito alla definizione del Dogma dell’Immacolata Concezione (1854) divenne comune l’espressione “Cuore Immacolato” applicato a Maria. Essa fu convalidata dalle apparizioni della Madonna alla Cova d’Irja (1917) e raggiunse la massima diffusione negli anni 1942-1952, a causa degli avvenimenti di Fatima, che determinarono la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato a cui seguì una moltitudine di altre Consacrazioni da parte di istituzioni ecclesiastiche. Il 13 ottobre 1942, in occasione del XXV anniversario di Fatima, Pio XII consacrò al Cuore Immacolato di Maria, considerato simbolo del suo amore, la grande famiglia cristiana e tutto il genere umano: «Con questo culto, la Chiesa rende al Cuore Immacolato della santa Vergine Maria l’onore che le è dovuto, dato che sotto il simbolo del Cuore essa onora la sua eminente santità e specialmente il suo ardente amore per Dio e per il suo Figlio Gesù, come il suo amore materno per gli uomini, redenti dal sangue di Gesù che vero Dio e Vero Uomo». Il 4 maggio 1944 estese a tutta la Chiesa la festa del Cuore di Maria, già approvata da Pio IX nel 1855, cambiandone, però, la Messa e l’Ufficio delle Letture, fissandone la celebrazione al 22 agosto (ottava della festa dell’Assunzione) per invocare la pace su tutto il mondo intero; mentre l’ultima riforma liturgica l’ha collocata nel sabato successivo alla solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, dopo la Solennità del Corpus Domini. Anche negli “anni Mariani”, indetti dopo la Seconda guerra mondiale, fu prestata particolare attenzione al Cuore Immacolato di Maria. In particolare, nel giubileo straordinario della redenzione, iniziato il 25 marzo 1983, San Giovanni Paolo II, nella lettera dell’8 dicembre indirizzata a tutti i Vescovi della Chiesa, così si espresse: «Nel presente giorno, solennità dell’Immacolata Concezione, la Chiesa medita la potenza salvifica della redenzione di Cristo nel concepimento della donna, destinata ad essere la Madre del Redentore. Nel contesto dell’anno santo della redenzione, desidero professare questa potenza insieme con voi e con la Chiesa intera. Desidero professarla mediante l’Immacolato Cuore della genitrice di Dio, che in misura particolarissima ha sperimentato questa potenza salvifica». Troviamo un riferimento importante anche nell’Atto di affidamento alla Madonna, dove San Giovanni Paolo II afferma: «Quaranta anni fa e poi ancora dieci anni dopo, il tuo servo, il Papa Pio XII, avendo davanti agli occhi le dolorose esperienze della famiglia umana, ha affidato e consacrato al tuo Cuore Immacolato tutto il mondo e specialmente i popoli, che per la loro situazione sono particolare oggetto del tuo amore e della tua sollecitudine. Oh, Cuore Immacolato! Aiutaci a vincere la minaccia del male, che così facilmente si radica nel cuore degli uomini d’oggi e che nei suoi effetti incommensurabili già grava nella vita presente e sembra chiudere le vie verso il futuro. Nel tuo Cuore Immacolato si riveli per tutti la luce della speranza». La venerazione del Cuore Immacolato di Maria conduce a coltivare la purezza, l’umiltà, la disponibilità al servizio e a ripetere con la Vergine Madre il nostro «Eccomi» e il nostro «sì», anche alle più imprevedibili richieste del Signore. Così la Madonna, figura della Chiesa, segno di certa speranza e di consolazione per il popolo di Dio in cammino, presentandoci il suo Cuore modellato su quello di suo Figlio Gesù, ci è Madre e Maestra nell'indicarci la via per conformare il nostro cuore a quello del Suo Adorato Figlio.

CAPITOLO II
La salvezza del mondo intero con la realizzazione della Grande Promessa del Cuore Immacolato di Maria


La Vergine Maria tra l’altro disse a Lucia: "Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare nel mondo intero. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato". Nel susseguirsi dell’apparizione, la Vergine Santa fece vedere ai tre pastorelli il suo Cuore di Mamma coronato di spine: amareggiato per i peccati dei figli e per la loro dannazione eterna! Lucia stessa racconta: "Il 10 dicembre del 1925 mi apparve in camera la Vergine Santissima e al suo fianco un Bambino, come sospeso su una nube. La Madonna gli teneva la mano sulle spalle e, contemporaneamente, nell'altra mano reggeva un Cuore circondato di spine. In quel momento il Bambino disse: "Abbi compassione del Cuore della Tua Madre Santissima avvolto nelle spine che gli uomini ingrati e peccatori gli configgono continuamente, mentre non v'è chi faccia atti di riparazione per strappargliele". E subito la Vergine Santissima aggiunse: "Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini irriconoscenti e senza scrupoli mi infliggono continuamente con bestemmie e ingratitudini senza fine. Consolami almeno tu e fa sapere questo, a tutti coloro che per cinque mesi di fila, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Santo Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l'intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell'ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza eterna". Ora per ottenere la promessa del Cuore di Maria si richiedono le seguenti condizioni:
  •  Confessione, fatta entro gli otto giorni precedenti, o il giorno stesso, con l'intenzione di riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria. Se uno nella confessione si dimentica di fare tale intenzione, può formularla nella confessione seguente.
  •  Comunione, fatta in grazia di Dio con la stessa intenzione della confessione.
  •  La Comunione deve essere fatta nel primo sabato di ogni mese.
  •  La Confessione e la Comunione devono ripetersi per cinque mesi consecutivi, senza interruzione, altrimenti si deve ricominciare da capo.
  •  Recitare la corona del Rosario, almeno la terza parte, con la stessa intenzione della confessione.
  •  Meditazione, per un quarto d'ora fare compagnia alla SS.ma Vergine meditando sui misteri del Rosario.
Il confessore di Lucia le chiese il motivo del numero cinque. Lei con tanta umiltà lo chiese a Gesù, il quale le rispose: "Si tratta di riparare le cinque offese dirette al Cuore Immacolato di Maria. 1 Le bestemmie contro la sua Immacolata Concezione. 2 Contro la sua Verginità. 3 Contro la sua Maternità divina e il rifiuto di riconoscerla come Madre degli uomini. 4 L'opera di coloro che pubblicamente infondono nel cuore dei piccoli l'indifferenza, il disprezzo e perfino l'odio contro questa Madre Immacolata. 5 L'opera di coloro che la offendono direttamente nelle sue immagini sacre. «Il Signore Gesù 'Vuole' stabilire nel mondo la Devozione al mio Cuore Immacolato» «Solo il mio Cuore di Mamma può venire in vostro soccorso» quindi, è giunto il tempo in cui le «Promesse» fatte dalla Madonna a Fatima, sono prossime al loro compimento infatti, come dicevo nel primo capitolo, l'ora della «vittoria» del Cuore Immacolato di Maria, Madre di Dio e Madre nostra, si avvicina a grandi passi; di conseguenza, per chi sarà meritevole, sarà anche l'ora del grande miracolo della Divina Misericordia per l'intera umanità, intrappolata dalle insidie del male e del peccato: «Il mondo avrà un tempo di pace». La Madonna vuole operare questo mirabile Evento con la nostra piena ed efficace collaborazione. Lei che ha offerto a Dio la sua piena disponibilità nel momento dell’Annunciazione e poi dell’Incarnazione del verbo di dio fatto carne in tutto eccetto il peccato dicendo: «Ecco, sono l'Ancella del Signore», Ella, tutta Pura e tutta Santa, ripete a ciascuno di noi le parole dette un giorno a Lucia: «Il Signore vuole servirsi di te». I Sacerdoti e le famiglie cristiane sono chiamati in «prima linea» a collaborare e a combattere con tutte le forze, sempre con l’aiuto della SS.ma Trinità e di Maria SS.ma al compimento di questo trionfo sul peccato e sulla morte. Ora, ci siamo mai chiesti quale sia il messaggio autentico delle apparizioni e delle rivelazioni di Fatima? L'annunzio della guerra, la conversione della Russia con la caduta del comunismo nel mondo? Oggi possiamo anche aggiungere la conversione del dragon rosso, la Cina, che miete vittime, perseguita con crudeltà i cristiani e distrugge le Chiese. La risposta è NO! Quindi, è la promessa della pace duratura per tutta l’umanità? Neppure! Il «vero ed autentico messaggio» delle apparizioni avvenute a Fatima a cavallo delle due Guerre Mondiali che hanno causato milioni di morti, è «la devozione al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria e il Suo Trionfo». Essa viene dal cielo! Quindi è volontà di Dio che tutto ciò si realizzi! La piccola Giacinta, poco prima di lasciare la terra per essere accolta dalla Madonna in cielo, ripeteva a Lucia: «Tu rimani quaggiù per far sapere che il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione all'Immacolato Cuore di Maria»."Devi dire a tutti che Dio concede le sue grazie solo ed esclusivamente per mezzo del Cuore Immacolato di Maria. Che le chiedano a Lei. Che il Cuore di Gesù vuole che con il suo Cuore sia venerato il Cuore Immacolato di Maria. Che abbiano fiducia e tanta umiltà, e domandino la pace al Cuore Immacolato di Maria perché il Signore l'ha affidata a Lei. Nella seconda apparizione della Vergine Ss.ma alla Cova di Iria, il 13 giugno 1917, mostrò ai fanciulli la visione del suo Cuore Immacolato, circondato e trafitto da pungentissime spine. Rivolgendosi a Lucia, disse: «Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli `vuole stabilire' nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi la praticherà prometto: la salvezza eterna, e queste anime saranno predilette da Dio, che come fiori saranno collocate da me dinnanzi al suo trono. Nella terza apparizione avvenuta il 13 luglio 1917, la più ricca di dottrina e di promesse, la Vergine Ss.ma, dopo aver mostrato ai piccoli veggenti la terrificante visione dell'inferno, con bontà e tristezza, disse loro: «Avete visto l'inferno dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si farà quello che vi dirò, molte anime si salveranno e vi sarà pace». «Tu, almeno procura di consolarmi e annunzia in nome mio...» Successivamente, parlò poi la Madonna: «Figlia mia, contempla il mio Cuore circondato dalle spine con cui gli uomini cattivi e perversi continuamente lo trafiggono con le loro bestemmie ed ingratitudini. Tu, almeno procura di consolarmi ed annunzia, in nome mio, che io ti prometto di assistere nell'ora della morte con le grazie necessarie alla salvezza eterna, tutti coloro che nel primo sabato di cinque mesi consecutivi si confesseranno e comunicheranno recitando il Rosario e mi faranno compagnia per un quarto d'ora, meditando i misteri del Rosario, con l'intenzione di offrire un atto di riparazione». Lucia fece presente a Gesù la difficoltà che alcune persone avevano di confessarsi il sabato e chiese se fosse stata valida la confessione fatta negli otto giorni precedenti. Rispose Gesù: «Sì, può esserlo anche di molti giorni di più, purché quelli che ricevono la Santa Comunione siano in grazia e abbiano l'intenzione di riparare le offese al Cuore Immacolato di Maria». Chiese ancora Lucia: «A chi non potrà soddisfare tutte le condizioni al sabato, non potrà farlo alla domenica?» Gesù rispose: «Sarà ugualmente accetta la pratica di questa devozione alla domenica, dopo il primo sabato, quando i miei sacerdoti,' per giusti motivi, lo concederanno alle anime che ne faranno richiesta». Questo nostro secolo è stato testimone di esperienze dolorose per la mancata risposta agli inviti del cielo. Tutti ne abbiamo vissuto le tristi conseguenze: una Seconda guerra mondiale, più terribile della prima si abbatterà nuovamente; la Russia con il suo comunismo ateo ha diffuso i suoi errori nel mondo provocando tremendi conflitti, persecuzioni alla Chiesa, sofferenze al Santo Padre, l'annientamento di alcune nazioni; l'ateismo è diventato il nuovo credo di tanti popoli. Proprio in questo nostro secolo, che si riconosce come il più caino e terrificante di tutta la storia umana, Il Signore si è impegnato personalmente a chiedere compassione ed a promuovere la devozione al Cuore della sua e nostra Madre, perché, con il trionfo di questo Cuore di Mamma, l'umanità riscopra l'amore vivo e pulsante e viva finalmente un'Epoca di pace, in cui l'uomo, «con un cuore nuovo» veda nell'altro suo simile non una preda da conquistare, ma un fratello da amare e da salvare. Il messaggio che fu dato dalla Vergine Maria a Fatima è dunque un messaggio di «salvezza» per impedire che l'umanità pervertita dall'odio, sommersa da fiumi di sangue innocente, capace di atrocità inimmaginabili finisca di perdersi eternamente e di autodistruggersi sulla terra. Gli altri «messaggi» come la guerra, la fame, le persecuzioni alla Chiesa, le nazioni annientate... sono annunzi di realtà tristi e sconvolgenti per il mancato ascolto delle richieste fatte per la salvezza degli uomini.
Le ragioni teologiche della devozione e del culto al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria
Le rivela il Decreto con cui fu istituita la festa universale del Cuore Immacolato di Maria, nel 1944 da Papa Pio XII: «Con questo culto la Chiesa rende il debito onore al Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria, poiché sotto il simbolo di questo Cuore venera con somma devozione: L'esimia e singolare santità della Madre di Dio; La sua materna pietà verso gli uomini, redenti dal sangue divino di suo Figlio». Nello stesso Decreto emanato dal Santo Padre è indicato il fine di tale Devozione: «Perché per l'aiuto della Madre di Dio, sia concessa la pace a tutte le genti, la libertà alla Chiesa di Cristo e i peccatori siano liberati dai propri peccati e tutti i fedeli siano confermati nell'amore e nell'esercizio di tutte le virtù mediante la grazia». Pertanto, il culto al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria mette in luce la «santità» unica della Madonna, Madre e Regina di tutti i Santi per cui l’Immacolata, concepita senza peccato e quindi piena di grazia e, nel medesimo tempo, sottolinea «l'amore» tenerissimo di questa Madre del cielo verso tutti noi, suoi figli ingrati. Se è vero che il capolavoro della sapienza e della potenza di Dio è il Cuore materno, che dire del Cuore di Maria, Madre di Dio e Madre nostra che, mentre supera in santità ogni altra creatura, supera nell'«amore» quello di tutte le mamme della terra per i loro figli? Convinciamoci, quindi, che la devozione al Cuore Immacolato di Maria non è stata inventata dagli uomini, ma per grazia, viene da Dio: «II Signore stesso lo vuole, ed essa di realizzerà» Pensiamo a quanto Dio, in Cristo Gesù, abbia operato per la glorificazione del Cuore di sua Madre. Le apparizioni di Fatima oltre a documentare come Maria è presente nella storia di ogni singolo uomo, nelle nostre vicende tragiche e sconvolgenti, per salvare l'umanità, rivelano:
  • Come il Signore, per vincere l'odio caino degli uomini, «Fratelli che uccidono i fratelli», nella sua infinita sapienza, abbia voluto mettere in pienezza di luce la devozione ed il culto al Cuore della Madre sua e dell'umanità, rendendo visibile, con le lacrimazioni ricordiamo Siracusa tutto il suo amore e il suo dolore per la rovina dei figli.
  • Come, per arrivare alla glorificazione del Cuore di sua Madre, abbia condotto la Chiesa, nella persona di Pio XII, a «definire con un Dogma» che veramente la Madre di Dio e Madre nostra è stata assunta in cielo, dove vive nella gloria accanto a Gesù Cristo non solo con l'anima, ma con il corpo (1° novembre 1950).
Noi possiamo e dobbiamo venerare il Cuore della nostra Madre perché è vivo, palpitante di amore e di tenerezza per noi. Il culto al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria non è dunque una nostra pia devozione, ma opera Onnipotente di Dio per glorificare in cielo ed in terra la Madre sua e nostra. Non è certo per devozionismo che i sommi Pontefici, a cominciare da Pio XII, hanno risposto alle ripetute richieste di consacrazione della Russia e dell'umanità al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria! La prima venne fatta da Pio XII il 31 maggio 1942, al 25° anniversario delle apparizioni di Fatima, nella Basilica di San Pietro: «A voi, al vostro Cuore Immacolato... noi, in quest'ora tragica della storia umana, consacriamo solennemente la santa Chiesa, più ancora il mondo intero, travagliato da, crudeli discordie, vittima della propria iniquità e dei propri errori». Sempre Pio XII, il 1 ° novembre, con la proclamazione del Dogma dell'Assunta, poneva il fondamento teologico della Devozione al Cuore Immacolato di Maria. Il 25 marzo 1984, San Giovanni Paolo II, in Piazza S. Pietro, consacrava solennemente l'umanità al Cuore Immacolato «perché si sveli per tutti la luce della speranza». Nessuna gloria, dopo la gloria resa da Gesù Cristo al Padre, sale dalla terra alla SS. Trinità, così piena e perfetta come la gloria che rende il Cuore Immacolato di Maria: la Figlia prediletta del Padre; la vera Madre di Gesù Cristo, Uomo e Dio; la vera Sposa dello Spirito Santo; la vera Madre nostra: «Ecco la tua Madre disse Gesù sulla Croce all’Apostolo Giovanni». Da questi brevi accenni, ognuno di noi può intuire il prodigio operato da Dio in questo nostro secolo, prodigio che continuerà ad accompagnare le generazioni degli uomini nel terzo millennio: il trionfo del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria. Questo mistero di grazia che mette in ammirazione gli Angeli del Cielo lo diciamo con dolore lascia indifferente ancora tanta parte dell'umanità. E non solo indifferente! Quanti sorridono quando si parla di «Devozione al Cuore Immacolato di Maria», della sua «Grande Promessa» con i primi cinque sabati del mese. Eppure, proprio questo secolo, per disegno divino, si concluderà con il trionfo del suo Cuore Immacolato. Dio stesso ha messo mano ai grandi «Mondiali» per questa glorificazione. C'è una Madre che ci ama con un amore senza limiti; 'Madre di Misericordia' che per noi piange e prega, perché ci vuole tutti salvi senza esclusione di nessuno! Il nostro impegno che dobbiamo prendere e di far fronte alla precisa richiesta che la Madonna ha chiesto con una certa insistenza: «Il Signore vuole servirsi di te per stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato», come potremmo rimanere indifferenti a questo accorato invito? Non dimentichiamo mai che la visione del Cuore Immacolato di Maria si inquadra con quella più drammatica e sconvolgente delle anime che per loro esclusiva volontà vanno all'inferno per tutta l’eternità. Nell'Anno Internazionale della Famiglia, noi abbiamo promosso con grande insistenza e condivisione, la `Consacrazione' di ogni famiglia, di ogni parrocchia al Cuore Immacolato di Maria, aderendo ad una precisa richiesta della Madonna: «Voglio che tutte le famiglie si consacrino al mio SS.mo Cuore». Per questo il nostro impegno sarà di aiutare le famiglie, i singoli fedeli, le parrocchie a «vivere questa Consacrazione con la Grande Promessa dei primi cinque sabati». Il trionfo del Cuore di Maria è il trionfo dell'amore, presupposto essenziale perché tutti gli uomini siano salvi e l'umanità viva finalmente la «Civiltà dell'amore», il cui primo `frutto è la Pace in tutta la terra. Purtroppo, tutti vediamo e guardiamo con angoscia le tante Nazioni coinvolte da guerre fratricide, a una umanità aberrante; ma pensiamo anche a quante famiglie sono in crisi perché l'amore ha ceduto il passo all'egoismo, all'odio e all’indifferenza, che apre la porta al delitto più crudele come l'aborto: «strage silenziosa degli innocenti», compiuta non più da Erode, ma da papà e mamma, con l’aiuto delle menzogne di politici corrotti e servitori del demonio. Il «segreto» vitale e di importanza fondamentale per riportare le famiglie al disegno di Dio è di collaborare tutti insieme a far vivere la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria con la pratica dei primi cinque sabati del mese, richiesta dalla Madonna stessa: «Annunzia in nome mio...». Tutti ricordiamo gli avvenimenti straordinari che hanno sorpreso il mondo, a cominciare dal crollo del comunismo ateo in Russia, del muro di Berlino, conseguenze certe della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria; ma perché aspettare ancora di vedere per credere come fece Tommaso?  Infatti, Gesù disse: «Beati quelli che crederanno senza vedere». Noi cristiani cattolici dobbiamo essere ferventi Apostoli della `Grande Promessa della vergine Maria, rispondiamo quindi con gioia alla richiesta del Cuore Immacolato promuovendone la pratica e il pio esercizio. Carissimi, con amore di Pastore della Chiesa vi sto parlando in questo momento, vi invito tutti ad impegnarvi seriamente, perché, la Consacrazione delle famiglie, fatta al Cuore Immacolato di Maria, sia completata vivendo e diffondendo «la grande promessa». La Madonna conferma in tutti i suoi messaggi: “Avrete benedizioni e grazie speciali sulla vostra famiglia, sui vostri figli, sulla vostra discendenza, se manterrete fedeli la Consacrazione al mio Cuore Immacolato. Molte famiglie che avranno fede e devozione verso questa Grande Mamma, si salveranno dal divorzio ed apriranno i loro cuori all'accoglienza della vita e si avvieranno ad una vita santa e cristiana. L'uomo del duemila ha bisogno come non mai dell’Amore del Cuore Immacolato di Maria per costruire la «Civiltà dell'amore».

Capitolo III
La terrificante visione dell’inferno


Stando al resoconto di Lucia, il 13 luglio 2017 a Fatima la Santa Vergine Maria mostrò ai veggenti «un grande mare di fuoco, che sembrava stare sottoterra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri» (Suor Lucia Dos Santos, IV Memoria: EV 19/987). L’immagine principale della visione dell’inferno descritta da Lucia è il fuoco, causa di sofferenza per coloro che vi sono immersi. Però, secondo le rivelazioni dei Santi che hanno visitato l’inferno per volere di Dio, l’inferno è un luogo buio, nauseabondo e tenebroso, questo fuoco non si vede, ma si sente, dando terrificanti tormenti ai dannati che vi soggiornano per tutta l’eternità. È l’immagine dell’inferno descritto nella Sacra Bibbia a partire dal libro del profeta Isaia, che si chiude con il popolo rinnovato che renderà culto al Signore. Costoro tuttavia in una valle presso Gerusalemme «vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati contro di me; poiché il loro verme non morirà, il loro fuoco non si spegnerà e saranno un abominio per tutti» (Is 66,24). È la valle della Geenna, che Gesù spesso indica come punizione definitiva in molti passi e la quale conviene perdere un occhio, una mano, un piede, la vita stessa di questo mondo, per evitare l’eterna sofferenza (Mt 5,29-30; 10,28; 18,9; 23,33; Mc 9, 45.47; Lc 12,5). Altre volte la Geenna è esplicitamente associata al fuoco: «il fuoco della Geenna» (Mt 5,22; 9,43; 18,9); in altri versi, si parla di fuoco e fornace ardente (2Ts 1,7-8; Mt 13,50) sino alla confessione del ricco: «soffro terribilmente in questa fiamma» (Lc 16,24). Non vi sembra chiaro di leggere il resoconto di Lucia riportato durante la visione? Sempre sulla bocca di Gesù, altre immagini negative e di dolore affiancano il fuoco eterno relativamente al risultato di una vita vissuta e conclusa male: il pianto e lo stridore di denti nella fornace ardente o nelle tenebre (Mt 8,12; 13, 42.50; 22,13; 24,51; 25,30; Lc 13,28; 2Pt 2,17). Successivamente, vi è la dichiarazione di Abramo al ricco Epulone negli inferi, «tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi» (Lc 16,26), si tratta quindi di una situazione irreversibile e introduce la categoria di eternità: il fuoco è eterno, (Mt 18,8; 25,41; Gd 1,7) come il verme che non muore mai (Mc 9,48); le tenebre oscure sono eterne (Gd 1,13); il supplizio è eterno non vi è via di uscita (Mt 25,46) è una seconda morte nello stagno ardente di fuoco e zolfo che non si estinguerà mai (Ap 2,11; 20,6.14; 21,8). Questo esito negativo ed eterno della vita compromette la stessa risurrezione dei morti, che per la prima volta in Dn 12,2 ha un duplice significato: «Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna». Parole riprese e radicalizzate da Gesù durante tutto il suo Ministero, «viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna» (Gv 5,28-29). Sono riportati nel CCC 998 è nei Documenti del Concilio Vaticano II, all’interno della Lumen Gentium al n. 48. «La Chiesa nel suo insegnamento afferma l’esistenza dell’inferno e la sua eternità. La pena principale dell’inferno consiste nella piena separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l’uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato» (CCC 1035). Gesù ci dice: «Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano» (Mt 7,13; Lc 13,24). Ecco che subentra il tema evangelico delle “due vie”. Poiché quaggiù, in questa valle di lacrime, come rivela la Preghiera della Salve Regina, non esiste né Paradiso né inferno, ma un “cammino da seguire correttamente” l’uno o l’altro, è decisivo procedere verso il Paradiso e non verso l’inferno. La “via che conduce alla perdizione” è descritta dal NT con una varietà di prospettive, ad esempio gli elenchi di vizi o peccati in san Paolo (Rm 1,26-32; 13,13; 1Cor 5,10-11; 2Cor 12,20; Ef 4,31; Col 3,5-8; 1Tm 1,8-11; 6,4-5; 2Tm 3,1-5; Tt 3,3) e specialmente quando l’elenco termina con l’affermazione che quanti si comportano così non erediteranno il regno di Dio (1Cor 6,9-10; Gal 5,19-21; Ef 5,3-5), ma andranno con le loro gambe verso l’infelicità eterna (Mt 15,19; 1Pt 4,3; Ap 21,8; 22,15). La “via” che conduce ad un cattivo rapporto con il prossimo: lo possiamo notare nel giudizio finale di Cristo in Mt 25,31-46 “ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare”, la cena di Corinto che umilia «chi non ha niente» (1Cor 11,20-22), il ricco Epulone insensibile alle necessità vitali del povero Lazzaro, che sopravviveva ai piedi della sua tavola a nutrirsi delle briciole di pane, e i cani leccavano le sue ferite (Lc 16,19,31) e tante altre espressioni, che troviamo descritti da San Paolo a riguardo ai vizi: ingiusti, calunniatori, rapinatori, facitori di fazioni e di liti, ribelli ai genitori, invidiosi, senza misericordia, sadici, pervertiti e quant’altro. La “via” del tornare indietro dalla fede: Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. Di quanto peggiore castigo pensate che sarà giudicato meritevole chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel Sangue della Nuova Alleanza, dal quale è stato santificato, e avrà disprezzato lo Spirito della grazia? È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!» (Eb 10,28-29.31; 1Gv 5,16). Dunque, camminano “oggettivamente” verso l’inferno tutti coloro che allegramente dichiarano di aver perso la fede, poiché Dio «non abbandona se non è abbandonato “non deserens, nisi desereatur” (Vaticano I, Dei Filius, cap. 3: Dz 3014). La “via” dei peccati della carne, di una vita affettiva sregolata o irregolare. Le testimonianze della tradizione cristiana, l’ultima anche dai veggenti di Fatima, sono giudicate “bacchettone”, non si potrà quindi cancellare il NT che pone su questa strada gli immorali, impuri, adulteri, depravati, uomini e donne che “si desiderano” e che praticano con lo stesso sesso, oppure: dediti all’ubriachezza, ai bagordi, alle orge, e ogni abominio che l’uomo insensibile e irrazionale possa commettere, neanche gli animali che non sono esseri razionali fanno queste cose immonde e impure. «Dio nella sua immensa bontà non predestina nessuno ad andare all’inferno» (CCC 1037), per cui: inferno/paradiso, dannazione/salvezza non sono alla pari. Dio ha rivelato un unico mistero della sua volontà: che tutti si salvino e giungano al Padre per Cristo nello Spirito Santo partecipando alla natura divina, per questo siamo stati creati a sua immagine e somiglianza (1Tm 2,4; Ef 1,9; 2,18; 2Pt 1,4: DV 2). L’inferno è causato dal nostro rifiuto di accettare in piena obbedienza Dio nostro creatore, e pensare anche che Dio ci perdona sempre anche se continuiamo a peccare mortalmente e non abbiamo nessuna intenzione di convertici. È qui l’errore gravissimo che compie tantissima gente. Naturalmente il giudizio sulle persone, qui e nell’al di là, va lasciato «alla giustizia e alla misericordia di Dio», anche se «possiamo giudicare che un atto è in sé una colpa grave» (CCC 1861), che ci limita per sempre la visione di Dio. È a questo punto che si evidenziano chiare alcune indicazioni di condotta pastorale e personale. Non si tratta di giudicare o condannare le persone, ma di mantenere dei chiari indicatori su che cosa è peccato e quali sono le “vie che conducano in modo soft verso la perdizione”, evitando di mantenere solo la prima e di tacere sulle altre due, cioè di mandare all’inferno solo i mafiosi e i criminali in genere (prima via), tacendo su chi ha perso la fede (seconda via) e magari invitandolo a parlare ai credenti, o ammorbidendo i paletti della morale sessuale (terza via). Il riferimento della possibilità dell’inferno appartiene alla corretta comprensione del buon annuncio della Parola di Dio, dei Sacramenti e della Penitenza. La grazia, far maturare i semi del Verbo Incarnato, che ci fa raggiungere la maturità e felicità piene, senza precisare che oltre a ciò non si dà una zona neutra, ma semplicemente la perdita della salvezza totale ed eterna. Le parole della Sacra Scrittura e della Chiesa sull’inferno sono «un appello alla propria responsabilità» (CCC 1036) e alla dignità di ogni singolo uomo: Dio ha posto la vita veramente nelle nostre mani lasciandoci il libero arbitrio. Sono parole che svelano l’amore di Dio per noi miseri peccatori, perché è chiaro che Gesù parla dell’inferno soltanto per preservarci dal caderci dentro. E così la Chiesa. E così la Madonna a Fatima non fa altro che ripeterlo. Certo un discorso del genere specialmente a chi si è allontanato alla Fede può causare una contrizione che nasce «dal timore della dannazione eterna», ma anche questo è «un dono di Dio, un impulso dello Spirito Santo» che spinge verso una «evoluzione interiore che sarà portata a compimento, sotto l’azione della grazia, dall’assoluzione sacramentale» (CCC 1453). Se il timore spinge a compire azioni buone e sante, queste adagio adagio trasformeranno il timore in un rapporto di amore verso Dio. Ora torniamo a Fatima. La Vergine Matia mostrata l’immagine dell’inferno, invitò i tre bambini a pregare tanto per i poveri peccatori aggiungendo alla fine di ogni decina del Rosario la famosa richiesta: «Gesù mio… liberateci dal fuoco dell’inferno. Portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia». In una lettera del 18.5.1941, Lucia precisò che «la Madonna si riferiva alle anime che si trovano in maggior pericolo di dannazione», i bestemmiatori, gli assassini, gli impuri, ecc. I volti terrorizzati dei tre pastorelli durante la visione dell’inferno hanno segnato il fatto che l’inferno esiste veramente, non è una finzione. La vista dell’inferno mette in moto la preghiera, l’intercessione, la solidarietà verso i peccatori. Se dessimo anche oggi come allora la piena fiducia alla Madonna, anche questo dovrebbe rientrare nella “nuova evangelizzazione”, verso un mondo migliore, verso la pace duratura. È una preghiera dolcissima ma anche molto tradizionale. Oltre a questo, la prima preghiera eucaristica o canone romano della Santa Messa chiese per secoli e chiede ancora oggi: “Ab aeterna damnatione nos eripe” salvaci dalla dannazione eterna. E poi Gd 22-23 esorta: «siate misericordiosi verso quelli che sono indecisi e salvateli strappandoli dal fuoco eterno». Come dicevo prima e lo torno a ripeterlo finché avrò fiato nei polmoni: Dio non vuole l’inferno: Dio è infinitamente buono e perciò, come dice la Bibbia. “vuole che tutti gli uomini si salvino”. Cristo Dio si è fatto uomo in tutto eccetto il peccato ed è morto in croce perché nessuno andasse dannato: Lui stesso ha detto: “Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi”. E S. Paolo esclama: “Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io”. Non è Dio a creare l’inferno ma l’ha creato lucifero quando fu cacciato dal paradiso, quindi è un luogo che è frutto del peccato. È l’uomo a entrarvi di sua volontà, contro la volontà di Dio è una sua scelta libera. “Il Cielo è già iniziato per noi dal nostro battesimo, ma cominciamo a goderlo solo dal giorno della nostra morte. La stessa cosa accade dell’inferno: nel momento in cui uno commette il peccato mortale, l’inferno già penetra in lui nella sua anima e ne prende possesso, quindi, non è altro che la privazione e la separazione di Dio. Col peccato io creo l’inferno. Ora vorrei portare un esempio. Se io un giorno prendo l’autobus per andare a uccidere qualcuno, nessuno dirà mai che l’autista è responsabile di un assassinio. Che cosa c’entra lui? Lui fa il suo dovere. Così, se io salgo sull’autobus del peccato, e non scendo alla stazione dell’attrizione con la confessione, o della contrizione perfetta se non è possibile la confessione, l’effetto è questo: la morte eterna ha invaso totalmente al mia anima, quindi di conseguenza, già vivo all’inferno”. È fondamentale parlare dell’inferno. Con dolce insistenza San Paolo VI Papa ci ha rivolto questo invito: “Parlate e meditate sulla scienza delle cose ultime che il Concilio Vaticano II si chiama escatologia dal greco éscatos che significa ultimo, che comprende gli ultimi destini umani oltre la morte: quelli che il catechismo e la predicazione chiamano i novissimi, vale a dire, morte, giudizio, inferno, paradiso. Dei novissimi pochi ne parlano e, quei pochi, che conoscono bene l’argomento ne parlano poco. Il Concilio Vaticano II ci ricorda le solenni verità escatologiche che ci riguardano, compresa quella terribile d’un possibile eterno castigo che chiamiamo l’inferno”, che la maggior part della popolazione mondiale sottovaluta pesantemente. Se tutti meditassero sull’esistenza dell’inferno, innumerevoli peccatori e increduli farebbero il dialogo con l’anima, che fece l’anticlericale filosofo Diderot: “Anima mia, se tu continui a vivere così, non solo sarai infelice in questa vita, ma anche dopo morte, nell’inferno”. E l’anima: “Ma chi ha detto che c’è l’inferno?” Il filosofo: “L’inferno è una cosa così orrenda, che anche solo il pensiero che ci possa essere, ti dovrebbe costringere a mettere giudizio”. L’anima ardì rispondergli: “Io sono certa che l’inferno non c’è”. Gridò il filosofo: “Anima mia, non dir bugie! Dicendo questo tu sai di mentire”. Poveri Sacerdoti e vescovi increduli che si credono di essere modernisti, che vanno come va il mondo facendo completo silenzio sui nuovissimi, sull’inferno, anzi giurando perfino che non esista! Si deve purtroppo anche a questo colpevole silenzio se l’umanità di oggi si è del tutto allontanata da Dio e corre spedita verso la catastrofe eterna e non se ne rende conto. Sono quanto mai attuali le parole di S. Caterina da Siena: “Ahimè! Non più tacere! Gridate con cento, con migliaia di lingue! Veggo che per tacere il mondo è guasto!” Tutti i Padri e Dottori della Chiesa ne hanno parlato chiaramente. S. Agostino ci esorta: “Discendiamo con il nostro pensiero nell’inferno ora che siamo vivi affinché non abbiamo a discendervi quando saremo morti”. E supplica il Signore che gli mandi su questa terra tutti i dolori immaginabili purché impedisca che vada dannato per sempre: “qui brucia, qui taglia, qui non risparmiarmi nessuna sofferenza, purché tu mi abbia a salvare per l’eternità”. Lo Spirito Santo ci ammonisce: “In tutte le opere pensa alla tua fine, ossia alle ultime realtà: morte, giudizio, inferno, paradiso e non peccherai mai”. E Gesù stesso ci ha comandato: “Andate e predicate a tutti gli esseri viventi su questa terra il Vangelo ad ogni creatura”: ebbene, l’inferno e le altre verità vengono volutamente taciute, esse sono parte essenziale del Vangelo. Anzi, come afferma un noto predicatore di Esercizi spirituali, Sant’Ignazio di Loyola: “di nessun’altra cosa ha tanto parlato Cristo nel Vangelo come dell’inferno: più di 60 volte: trenta volte del fuoco, ossia di un tormento orribile, straziante, eterno, trentasei volte della eternità. Su nessun’altra cosa ha insistito così tanto, e noi non abbiamo il diritto di diminuire il contenuto del Vangelo”, anzi dobbiamo intensificarlo per la salvezza delle anime. L’inferno esiste davvero: Lo negano come afferma S. Agostino, soltanto coloro che hanno interesse che non esista perché se esiste è fatto su misura per loro. Ma esiste; e per andarvi non è necessario credere alla sua esistenza, anzi, chi ostinatamente lo nega può ritenersi sicuro di precipitarvi. Tutta la Sacra Scrittura ne parla, in modo esplicito o implicito, circa 600 volte. Gesù, non solo ne ha parlato tante volte, ma ha pure usato delle parabole impressionanti, come, per esempio, le seguenti: Il ricco cattivo, e il povero Lazzaro: quel ricco egoista, gaudente morì e precipitò “nell’inferno tra i tormenti eterni” e invano, tra l’arsura e le torture delle fiamme, dei demoni che lo tormentavano continuamente con le peggiori torture, chiedeva una sola goccia d’acqua, per spegnere la sua arsura. Anche Lazzaro morì, ma la sua anima fu “portata nel seno di Abramo”, espressione ebraica che significa Paradiso, Gioia senza fine. La zizzania. che un seminatore cattivo seminata in mezzo al buon grano, al momento della mietitura, dovrà essere bruciata. “Così ci esorta nuovamente Gesù: avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo Gesù Cristo nella sua Potenza e Gloria manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d’iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti, e questa volta quando saranno rivestiti dal corpo immortale. Allora i giusti splenderanno come sole nel regno del Padre loro”. Gesù per descriverci l’esistenza e l’orrore dell’inferno ha usato immagini violente e spietate, che ora vi darò qualche esempio:
  • A coloro che usano i doni di Dio per offenderlo, grida: “Se la tua mano o il tuo piede ti è di scandalo, tagliali e gettali via da te: è meglio per te entrare nella vita con una sola mano e un solo piede, che avere due mani e due piedi e essere gettato nel fuoco. E se l’occhio tuo ti è di scandalo, cavalo e gettalo via: è meglio per te entrare nella vita con un occhio solo che avere due occhi ed essere gettato nel fuoco” (10), “dove il verme non muore e il fuoco non si spegne”.
  • Gesù a coloro che si dicono cristiani, ma vivono da idolatri, dirà: “Non vi conosco”, andate via da me.
  • Gesù bollerà nella fornace eterna così ogni cristiano che non ha utilizzato come doveva i talenti ricevuti: “Servo malvagio e infingardo! Gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
  • Cristo, al giudizio universale “dirà a quelli che saranno alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, al fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi seguaci… E se ne andranno questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna” insieme con Lui.
S. Giovanni, l’Apostolo dell’amore, scrive: “Il fumo dei loro tormenti salirà per i secoli dei secoli”. Giuda iscariota, una volta tradito il Signore per trenta miseri denari, fu tormentato dai demoni fino al luogo del suo infame suicidio. I demoni gli dissero; Vedo l’olio bollente uscire dalle tue ossa per tutta l’eternità. E qui bisogna fare un vero e proprio discernimento, per non giungere alla dannazione eterna. L’inferno è eterno: l’eternità costituisce l’inferno dell’inferno: quando si sa che una atroce sofferenza avrà termine, si acquista coraggio, ma quando si è certi che non terminerà mai, non resta che la più cupa disperazione, l’odio verso il mondo, e l’odio verso Dio. Ebbene, mettiamocelo bene in testa; l’inferno non terminerà mai, mai. S. Bonaventura, Dottore della Chiesa, per darcene un’idea dell’inferno, usa questo esempio: Un uccello passa una volta ogni cento anni, toccando delicatamente, con la punta delle sue ali, una immensa palla di bronzo. Quando questa sarà completamente consumata, sarà terminato l’inferno? Assolutamente No! Sarà appena al suo inizio, poiché incomincia sempre e non finisce mai. S. Tommaso d’Aquino, una delle menti più alte e brillanti del mondo, quando era ormai in fin di vita, fu chiesto: Tu che hai insegnato nelle più celebri cattedre d’Europa e che hai tanto predicato e tanto scritto, da che cosa, nella tua vita, sei rimasto più impressionato? Rispose: Ciò che più mi ha impressionato è questa triste realtà: che ci siano tanti cristiani i quali sono sicuri che Gesù è Dio e che Gesù ha parlato chiaramente dell’inferno e perciò sono certi ch’esso esiste, eppure vivono per un’ora nel peccato mortale: in quell’ora potrebbero morire all’improvviso correndo il rischio di precipitare per sempre nelle fiamme dell’inferno. Che dire di molti cristiani che nel peccato mortale vivono non un’ora soltanto, ma intere giornate e notti e settimane e mesi e addirittura tutta la loro misera vita terrena? Dante Alighieri nella sua Divina Commedia: immagina scritte sulla porta dell’inferno queste parole: “Dinanzi a me non fur cose create/ se non eterne e io eterno duro:/ lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”. (Inf. III, 7 ss.). Anche san Giovanni Bosco, quando fi portato da Dio a visitare le profondità dell’inferno, vede le stesse indicazioni citate dal Sommo Poeta Dante. Gesù ci continua a ripetere: “State preparati! Vegliate e pregate perché non sapete né il giorno, né l’ora; la morte con il suo pungiglione viene come un ladro di notte. State preparati!”. Se la morte ci sorprende in peccato grave, non resterà per noi altro che la disperazione eterna; mentre se ci trova preparati ossia in grazia di Dio, ci spalancherà le porte della felicità senza fine. La Madonna commentò: Questa è appena una pallida immagine dell’inferno. Molti vivono nel peccato mortale, e quindi sono in pericolo di andare dannati per sempre; pregate perché i peccatori si convertano e tornino in vita nella Grazia Santificante di mio Figlio Gesù. L’inferno è in sostanza la completa assenza della bontà di Dio. Non è Dio che condanna qualcuno all’inferno, ma il peccatore stesso che in modo libero e consapevole rifiuta Dio nella sua vita, e se lo priva definitivamente dopo la morte. Ogni peccato mortale che viene commesso ci allontana da Dio, ma Dio è sempre pronto a perdonarci anche le offese più terribili. Basta che ci lasciamo perdonare da Lui! Pensate ai più grandi peccatori della storia dell’umanità, ai peggiori abomini commessi da un essere umano in qualsiasi epoca o luogo, a tutti i peccati peggiori e più orribili che una mente umana possa concepire e siate certi che tutti, assolutamente tutti, possono essere perdonati da Dio, tutti tranne uno: il peccato contro lo Spirito Santo. Ad affermarlo è Gesù Cristo stesso: “Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata” (Matteo 12, 31). In cosa consiste quel peccato che neanche Dio, in tutta la sua misericordia, può perdonare? Semplice: consiste proprio nel non permettere che Dio perdoni! Lo Spirito Santo di Dio ci illumina sempre perché accettiamo il Suo amore. È per questo che Dio ci ha creati: per amarci e offrirci il Suo amore senza riserve. Il peccato contro lo Spirito Santo consiste nel non accettare la Sua Luce e il Suo amore; consiste nel chiudersi completamente, nel rifiutare radicalmente Dio, nell’indurire il cuore in modo impenitente, irrevocabile, senza permettere che Dio vi entri in alcun modo. Il peccato contro lo Spirito Santo è il peccato per il quale l’uomo si rifiuta, in modo libero e consapevole, di ricevere l’Amore, il Perdono e la Misericordia di Dio. Di fronte a questo grave torto, cosa può fare Dio? Rispettare la decisione del peccatore, perché non può si può intromettere nel libero arbitrio dell’uomo. L’amore di Dio è così incomprensibilmente totale, estremo e infinito che pur potendo “forzare” qualsiasi creatura a sottomettersi alla Sua volontà, Dio non lo fa! Dio sceglie di rispettare la libertà delle sue creature. Non vuole imporci il Suo amore: ce lo offre, sottomettendosi alla nostra libertà di accettarlo o respingerlo, siamo noi a decidere. Qualsiasi peccato mortale che noi uomini possiamo commettere, per la sua gravità e per il fatto di essere stato commesso in piena consapevolezza e con pieno consenso, e con tanto di materia grave, questo ci può privare di Dio, ma torno a ripetere qualsiasi peccato mortale può essere perdonato se noi miseri uomini permettiamo che Dio ci perdoni. Quindi, l’unico modo di “garantirsi” il viaggio senza ritorno per l’inferno è commettere il peccato contro lo Spirito Santo. E vi posso consigliare, non è sicuramente un viaggio che valga la pena di compiere, anzi bisogna desistere con tutte le forze. All’inferno, alla perdizione eterna, ci va chi vuole con testardaggine chiudere il suo cuore a Dio e alla verità che Lui creando ha scritto con tutto il suo amore nel cuore di ogni uomo; chi vive nel suo egoismo e fa della sua libertà un pretesto per vivere in modo autonomo, dimenticare di fare del bene, esorto ogni uomo di buona volontà a vivere per Dio in Cristo suo Figlio Gesù nostro Signore. Vale per tutti il monito indicato da San Paolo di attendere alla salvezza «con timore e tremore» (Fil 2,12). Cos’è dunque la salvezza? È la liberazione dalla precarietà della vita, dall’essere nemici di Dio e, nella dimensione eterna che la corona, dalla possibilità di disubbidire a Dio a causa del peccato che portiamo in noi. Essere “salvi” significa essere in Dio per sempre, sicuri nel suo Amore. Eravamo come uomini caduti da un grande dirupo in un burrone profondo. Per rialzarci avevamo bisogno di un soccorso dall’alto, di Qualcuno che ci portasse fuori da quella condizione. Questa salvezza ci è stata conquistata da Gesù Cristo, che incarnandosi e divenendo simile a noi uomini eccetto il peccato, ha sofferto ed è morto per noi in Croce sul Golgota. Con il suo sacrificio ci ha liberato dai nostri peccati e ci ha reso tutti figli di Dio, innestandoci così nel suo Corpo che è la Chiesa. Ci ha portato in alto, aprendoci le porte della vita eterna nel suo Regno. Apparteniamo a Dio mediante Gesù suo Figlio e solo mediante Lui abbiamo accesso a Dio. Dio infatti nessuno lo ha mai visto: solo il Figlio lo può mostrare, solo Lui lo rivela al mondo (cf. Gv 1,18). Così, divenuti membra di Cristo, siamo inseriti in Lui e, per suo mezzo, nella sua Santa Chiesa, suo prolungamento sacramentale. Cristo ha costituito la Chiesa una e universale perché perpetuasse nel tempo la sua presenza mistica e portasse gli uomini a Dio: fate miei discepoli tutte le genti dirà Gesù agli Apostoli prima di ascendere al Padre, e infondere in loro lo Spirito Santo (cf. Mt 28,19). La condizione in cui Cristo ha posto i suoi discepoli, membra del suo mistico Corpo che è la Chiesa, è perciò la condizione ordinaria della salvezza: ogni uomo può salvarsi se, battezzato, rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo e professa la sua fede in Cristo Redentore del mondo. Per questa ragione la Chiesa, sin da S. Cipriano, ha coniato un adagio che recita: extra Ecclesiam nulla salus, fuori della Chiesa non c’è salvezza. Fuori del Corpo sacramentale di Cristo, la sua Chiesa, non si può ottenere la salvezza. Ora, questo significa che coloro che non sono membra del Corpo mistico, la Chiesa, non si salvano? Ora, per introdurre quest’altro aspetto della salvezza, ricordiamo le parole di S. Paolo a Timoteo: Dio «vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (1Tm 2,4). Ogni uomo è invitato da Dio con la mozione della sua grazia alla salvezza nella verità. La verità è Cristo, dunque, ogni uomo, anche chi non è battezzato, deve arrivare alla conoscenza di Cristo per salvarsi. Ma questo come può avvenire? Qui siamo arrivati in una condizione straordinaria. Dio Onnipotente, che in Gesù ha istituito i sette sacramenti, non rimane vincolato ad essi nel suo operato, ma la sua volontà salvifica si estende anche oltre. La salvezza può avvenire anche con ciò che la Chiesa ha definito battesimo di desiderio o desiderio del Battesimo. Se un uomo non riesce a ottenere il battesimo di acqua, ma vive in modo moralmente onesto, con una coscienza pura perché fondata sulla legge morale naturale e perciò è proteso a Dio anche senza conoscerlo e fa il bene, può salvarsi. Si postula che costui, in condizioni ordinarie, avrebbe accettato di essere battezzato e perciò desidera, almeno implicitamente, il battesimo, come porta principale della salvezza. Non se ne annulla la necessità ma si vede la sua cogenza anche oltre i confini sacramentali della Chiesa. Perciò, ogni uomo, di ogni religione, può salvarsi, purché desideri conoscere la verità, cechi con amore e devozione il Cristo, e non si sia macchiato di peccati mortali; per esempio: contro natura con coscienza e libero arbitrio, oppure: senza pentimento prima della propria morte. Il desiderio muove alla fede e quindi alla salvezza la quale è donata sempre dalla Chiesa nel mondo per mezzo del Sacrificio Eucaristico. Non si tratta di un “sincretismo salvifico” ma della possibilità di riconoscere l’unica Verità per esserne posseduti per sempre dall’Amore di Dio, per mezzo della Chiesa.

CAPITOLO IV
La Medaglia Miracolosa, potente mezzo di salvezza e, del trionfo del Cuore Immacolato di Maria

La Medaglia Miracolosa è un segno portato da Maria per assicurare i fedeli della presenza sua e di Gesù nelle difficoltà e nelle sofferenze, e il suo desiderio di spandere le sue grazie su coloro che l’invocano con fede. Ha origine dalle apparizioni della Madonna a S. Caterina Labouré, Novizia delle Figlie della Carità, nella cappella della loro Casa Madre a Parigi, nel 1830. Suor Caterina (al secolo Zoe) Labouré nacque il 2 maggio 1806 nel villaggio di Fain-les-Moutiers, in Borgogna (Francia), da Pierre e Louise Labouré. Era la nona di undici figli. Sua madre morì a 42 anni, quando lei ne aveva appena dieci. Il dolore per la sua morte fu l’occasione per Caterina per accrescere la sua devozione verso la Beata Vergine Maria che lei considerava come una madre. Dopo che la sorella maggiore entrò in convento a Parigi, presso le Figlie della Carità, Caterina e sua sorella Tonine dovettero prendere il suo posto nell’aiutare il padre ad occuparsi dei fratellini e della fattoria. Nonostante il lavoro, Caterina riusciva a trovare il tempo per pregare con fervore nella vicina cappella e a coltivare la sua grande devozione per la Madonna. Intanto il suo desiderio di entrare in convento si faceva sempre più forte. Inizialmente ebbe qualche problema a seguire la sua vocazione religiosa, soprattutto a causa della contrarietà del padre che cercò in tutti i modi di convincerla a desistere dal suo intento. Ma alla fine riuscì ad entrare nell’ordine delle Figlie della Carità, fondato da San Vincenzo de’ Paoli. Appena pochi giorni dopo il suo ingresso nel convento, durante la novena di preparazione alla celebrazione della traslazione delle reliquie di San Vincenzo, Caterina ebbe delle visioni nelle quali vide il futuro della Francia. Non molto tempo dopo, il 6 giugno 1830, Gesù le apparve durante la Messa. Durante il noviziato le venne concessa anche la grazia di vedere il Signore ogni volta che entrava nella cappella, e questo per nove mesi consecutivi. Nella notte fra il 18 e il 19 luglio, e nei mesi successivi, la Madonna le apparve per affidarle la missione di far conoscere al mondo la medaglia "miracolosa". Caterina, obbedendo al suo Direttore Spirituale, mantenne segrete per tutto il resto della sua vita le apparizioni e le rivelazioni che gli erano state fatte. Intanto in quegli anni vennero coniate e distribuite più di un milione di medaglie, ne risultarono tantissime conversioni e guarigioni miracolose. I membri della sua comunità vennero a sapere solo dopo la sua morte che era stata lei a vedere la Madonna e a ricevere la Medaglia Miracolosa. Caterina Labouré visse sempre in silenzio e umiltà, e per ben quarantasei anni fu al servizio dei poveri dell’ospizio di Enghien a Parigi. Morì il 31 dicembre 1876. Fu beatificata da Pio XI il 28 maggio 1933 e canonizzata nel 1947 da Pio XII. Le apparizioni della Santa Vergine vennero approvate dal vescovo nel 1836. Dopo la morte il suo corpo venne sepolto nella cripta sotto la chiesa del convento di Rue du Bac. Nel 1933, quando fu riesumato, venne trovato incorrotto. Le sue spoglie attualmente sono esposte nella stessa cappella dove Caterina ricevette le apparizioni della Madonna, non lontano dall’urna in cui è custodito il cuore di San Vincenzo de’ Paoli. L'apparizione della Vergine La prima apparizione avvenne nella notte fra il 18 e il 19 luglio 1830. Un angelo condusse Caterina nella chiesa del convento e qui le apparve la Madonna, che rimase seduta per due ore sulla poltrona abitualmente usata dal padre superiore. Di questa prima apparizione possediamo un rapporto scritto nel 1834 da Caterina stessa, eccolo: "Alle undici e mezzo mi sento chiamare per nome: ‘Suor Labouré! Suor Labouré!’ Svegliatami, guardo dalla parte da dove proveniva la voce, che era dal lato del passaggio del letto. Tiro la tenda e vedo un bambino vestito di bianco, dai quattro ai cinque anni, il quale mi dice: ‘Venite in cappella, la Santa Vergine vi aspetta’. Immediatamente mi viene da pensare: ‘mi sentiranno!’ Ma quel fanciullo mi risponde: ‘State tranquilla: sono le undici e mezzo e tutti dormono profondamente. Venite che vi aspetto. Mi affrettai a vestirmi e seguii il bambino che era restato in piedi senza spingersi oltre la spalliera del letto. Il fanciullo mi seguì - o meglio, io seguii lui dovunque passava - tenendosi sempre alla mia sinistra. I lumi erano accesi dappertutto dove noi passavamo, il che mi sorprendeva molto. Rimasi però assai più meravigliata all'ingresso della cappella, quando la porta si aprì, appena il bambino l'ebbe toccata con la punta di un dito. La meraviglia poi fu ancora più completa quando vidi tutte le candele e tutte le torce accese, come alla Messa di mezzanotte. Però non vedevo ancora la Madonna. Il bambino mi condusse nel presbiterio, accanto alla poltrona celebrante, dove io mi posi in ginocchio, mentre il bambino rimase tutto il tempo in piedi. Poiché mi sembrava che passasse molto tempo, ogni tanto guardavo per timore che le suore vegliatrici passassero dalla tribuna e mi scoprissero ancora in piedi in cappella. Finalmente giunse il momento tanto atteso. Il fanciullino mi avvertì, dicendomi: ‘Ecco la Santa Vergine, eccola!’. Sentii un rumore, come il fruscio di vesti di seta, venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di San Giuseppe, e vidi la Santa Vergine che venne a posarsi sui gradini dell'altare dal lato del Vangelo. Era la Santa Vergine in persona, solo il volto non era lo stesso. Io non ero certa se si trattasse della Madonna, ma il bambino mi disse ‘Ecco la Madonna!’. Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile. Mi sembrava di non riconoscere la Santa Vergine. Fu in quel momento che quel bambino mi parlò, ma non più con voce da bambino, ma come un uomo… Io, guardando la Santissima Vergine, spiccai allora un salto verso di Lei, ed inginocchiatami sui gradini dell'altare, appoggiai le mani sulle ginocchia della Santa Vergine. Quello fu il momento più bello e importante della mia vita. La Madonna mi spiegò come dovevo comportarmi col mio direttore e parecchie cose che non debbo dire. Mi insegnò il modo di regolarmi nelle mie pene e mostrandomi con la sinistra i piedi dell'altare, mi disse di andarmi a gettare ai piedi dell'altare ad espandervi il mio cuore, aggiungendo che là avrei ricevuto tutti i conforti di cui ho bisogno. La Madonna mi disse: ‘Figlia mia, il Buon Dio vuole incaricarvi di una missione. Essa sarà per voi fonte di molte pene, ma le supererete pensando che sono per la gloria del Buon Dio. Avrete la grazia; dite tutto quanto in voi succede, con semplicità e confidenza. Vedrete certe cose, sarete ispirata nelle vostre preghiere; riferitele a chi è incaricato di guidarvi’. Io allora chiesi alla Santa Vergine la spiegazione delle cose che mi erano state mostrate (Caterina si riferisce ad alcune visioni avute precedentemente). E la Madonna rispose: ‘I tempi sono cattivi. Gravi sciagure stanno per abbattersi sulla Francia. Il trono sarà rovesciato. Tutto il mondo sarà sconvolto da disgrazie d'ogni specie (la Santa Vergine, dicendo questo aveva l'aspetto molto addolorato). Ma venite ai piedi di questo altare. Qui le grazie saranno sparse sopra tutte le persone che le chiederanno con fiducia e fervore: grandi e piccoli. Figlia mia, io mi compiaccio di spandere le mie grazie sulla Comunità. Io l'amo molto, ma provo pena. Ci sono degli abusi: la regola non è osservata. Vi è una grande rilassatezza nelle due comunità. Dillo a colui che è incaricato di voi, benché non sia ancora superiore. Egli fra qualche tempo sarà incaricato in modo speciale della Comunità. Egli deve fare tutto il possibile per rimettere la regola in vigore, diteglielo da parte mia. Che egli vegli sulle cattive letture, sulla perdita di tempo e sulle visite. Quando la regola sarà rimessa in vigore, vi sarà una Comunità che verrà ad unirsi alla vostra. Sopraggiungeranno grandi mali. Il pericolo sarà grande. Ma non temete, la protezione di Dio è sempre là in una maniera particolare e San Vincenzo proteggerà la Comunità. Io stessa sarò con voi, ho sempre vegliato su di voi. Vi accorderò molte grazie. Arriverà un momento in cui il pericolo sarà grande e tutto sembrerà perduto, ma io sarò con voi. Abbiate fiducia. Avrete prove evidenti della mia visita e della protezione di Dio e di quella di San Vincenzo sulle due Comunità. Ma non sarà lo stesso per le altre comunità. Ci saranno vittime (dicendo questo la Santa Vergine aveva le lacrime agli occhi). Ci saranno vittime nel clero di Parigi: l’Arcivescovo morirà (di nuovo la Madonna versò lacrime). Figlia mia, la Croce sarà disprezzata…Scorrerà il sangue. Apriranno di nuovo il costato di mio Figlio, (Qui la Santa Vergine non poteva più parlare, un gran dolore le era dipinto sul volto). Figlia Mia, il mondo intero sarà nell'afflizione’. Quanto tempo restai con la Madonna, non saprei dirlo. Tutto quello che so è che se ne andò scomparendo come un ombra che svanisce, io mi accorsi solo di qualcosa che si spegneva, e poi solo un’ombra che si dirigeva verso la tribuna, dalla parte da cui era venuta. Alzatami dai gradini dell'altare, mi accorsi del bambino, là dove l'avevo lasciato, il quale mi disse ‘Se ne è andata!’. Rifacemmo la stessa strada, trovando sempre tutti i lumi accesi e avendo quel bambino sempre alla mia sinistra. Credo che quel bambino fosse il mio angelo custode, resosi visibile per farmi vedere la Santa Vergine, perché io infatti l'avevo molto pregato di ottenermi un tal favore. Era vestito di bianco e portava con sé una luce miracolosa, ossia era sfolgorante di luce, dell'età dai quattro ai cinque anni. Tornata a letto, sentii suonare le due e non ripresi più sonno". La seconda apparizione ebbe luogo nel settembre successivo e la terza, la più importante, il 27 novembre. Suor Caterina era in chiesa e stava meditando quando le apparve la Vergine vestita di bianco. Caterina descrive così la Madonna: "Stava in piedi, la sua veste era di seta e di color bianco aurora... Dal capo le scendeva un velo bianco sino ai piedi. Aveva i capelli spartiti e una specie di cuffia con un merletto di circa tre centimetri di larghezza, leggermente appoggiato sui capelli. Il viso era abbastanza scoperto; i piedi poggiavano sopra un globo, o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che una metà (in seguito Caterina dirà di aver visto anche un serpente di colore verdastro e chiazzato di giallo, schiacciato sotto i piedi della Vergine). Le sue mani, elevate all'altezza della cintura, mantenevano in modo naturale un altro globo più piccolo che rappresentava l'universo. Ella aveva gli occhi rivolti al cielo e il suo volto diventò risplendente, mentre presentava il globo a Nostro Signore. Tutto ad un tratto le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose, le une più belle delle altre, le une più grosse e le altre più piccole, le quali gettavano dei raggi gli uni più belli degli altri, questi raggi partivano dalle pietre preziose; le più grosse mandavano raggi più grandi, e le più piccole raggi meno grandi, sicché tutta se ne riempiva la parte inferiore, e io non vedevo più i suoi piedi...Alcune pietre preziose non mandavano raggi. Queste pietre che restano in ombra rappresentano le grazie che ci si dimentica di chiedermi mi disse la Vergine Maria, bellissima come non mai. Mentre io ero intenta a contemplarla, la Santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me e intesi una voce che mi disse queste parole ‘Questo globo che vedete rappresenta tutto il mondo, in particolare la Francia ed ogni singola persona’... E la Vergine Santissima aggiunse ‘Sono il simbolo delle grazie che io spargo sulle persone che me le domandano’…In quel momento… ecco formarsi intorno alla Santissima Vergine un quadro piuttosto ovale, sul quale in alto, a modo di semicerchio dalla mano destra alla sinistra di Maria, si leggevano queste parole scritte a lettere d'oro ‘O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi’. Allora si fece sentire una voce che mi disse: ‘Fate coniare una medaglia su questo modello. Tutte le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie, specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia’. All'istante mi parve che il quadro si voltasse e io vidi il rovescio della Medaglia. Vi era la lettera M sormontata da una croce senza crocifisso che aveva come base la lettera I. Più sotto poi vi erano due cuori, uno circondato da spine, l'altro trapassato da una spada. Dodici stelle infine circondavano il tutto.". Questi simboli della medaglia hanno ovviamente un significato ben preciso: la lettera M è l’iniziale del nome Maria, la lettera I è l’iniziale del nome Iesus (Gesù). Il cuore circondato da spine è quello di Gesù; l'altro, trapassato da una spada, è quello di Maria. Nel dicembre successivo, nel corso di un’altra apparizione, Caterina ricevette nuovamente l’ordine di far coniare la medaglia, cosa che avvenne due anni dopo, quando l’arcivescovo di Parigi, Monsignor De Quelen, ne diede l’autorizzazione. I primi 1500 esemplari furono coniati il 30 giugno 1832 e i prodigi ottenuti furono subito così numerosi che la medaglia fu detta "miracolosa". L’ 8 dicembre dell’anno 1854 Sua Santità Papa Pio IX proclamò in modo solenne e pratico il Dogma dell’Immacolata Concezione: Maria, per una grazia speciale, che Le è stata concessa prima della Redenzione, meritata da suo Figlio, è senza peccato fin dal suo concepimento. Quattro anni più tardi, nel 1858, le apparizioni che avvennero nella Città di Lourdes confermeranno a Bernadetta Soubirous il privilegio della Santa Madre di Dio. Maria, Cuore Immacolato, è la primizia dei riscattati dai meriti di Gesù Cristo. Maria è la luce della nostra Terra. Tutti noi, come lei, siamo destinati alla felicità eterna. La medaglia per quale motivo è definita: miracolosa, e dolorosa?
Definizione di miracolosa:
Qualche mese dopo le apparizioni, Suor Caterina è inviata al ricovero di Enghein per curare e accudire in tutti i loro bisogni gli anziani e i malati. La giovane suora si mette al lavoro. Ma una voce interiore proveniente dal suo cuore insiste: si deve far coniare la medaglia, per la salvezza di tutta l’umanità. Caterina ne riparla nuovamente al suo confessore, Padre Aladel. Quindi, nel Febbraio 1832 scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di 20.000 morti! Nel mese di giugno le Figlie della Carità cominciano a distribuire le prime 2.000 medaglie, fatte coniare con l’approvazione di Padre Aladel. Avviene una manifestazione strepitosa, le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni e le conversioni di peccatori incalliti e scellerati. Fu un avvenimento straordinario. Il popolo di Parigi chiamò la medaglia «miracolosa». Nell’autunno 1834 c’erano già più di 500.000 medaglie. Nel 1835 nel mondo intero ce n’era già più di un milione. Nel 1839 la medaglia era diffusa in più di dieci milioni di esemplari. Alla morte di suor Caterina, nel 1876, si contava già più di un miliardo di medaglie sparse in tutto il mondo! Le parole e le immagini impresse sul diritto della medaglia esprimono un messaggio con tre aspetti intimamente legati. «O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi» L’autentica identità di Maria ci è rivelata qui esplicitamente: la Vergine Maria è immacolata fin dal concepimento ne grembo di Sant’Anna. Da questo privilegio, che le deriva dai meriti della Passione di suo Figlio Gesù Cristo, ne scaturisce tutta la sua potenza d’intercessione, che ella esercita per coloro che la pregano con cuore sincero. Ed è per questo che la Vergine invita tutti gli uomini a ricorrere a Lei nelle difficoltà della vita, e dalle tentazioni del maligno. I suoi piedi sono posati sulla metà del globo e schiacciano la testa orgogliosa del serpente, signore del male. La semi sfera è il globo rappresenta il mondo. II serpente, come presso gli Ebrei e i Cristiani, simboleggia satana e le forze del male, che verranno sconfitte dal Trionfo del Cuore Immacolato di Maria. La Vergine Maria stessa è impegnata nella battaglia spirituale, nella lotta continua contro il male, di cui il nostro mondo è il campo di battaglia. Maria ci chiama ad entrare nella logica di Dio, che non è la logica di questo mondo. È questa la grazia autentica, quella della conversione di ogni cuore che palpita, che il cristiano con tanta umiltà e obbedienza deve chiedere a Maria per trasmetterla al mondo intero. Le sue mani sono aperte e le sue dita sono ornate di anelli ricoperti di pietre preziose, dalle quali escono raggi, che cadono sulla terra, allargandosi verso il basso, illuminando ogni angolo cupo del nostro cuore, riportandolo nella pace e nell’Amore smisurato di Dio. Ma attenzione, non dobbiamo mai abusare della Misericordia di Dio, altrimenti veniamo soffocati dalla sua ira. Lo splendore di questi raggi, come la bellezza e la luce dell’apparizione, descritte da Santa Caterina, richiamano, giustificano e nutrono la nostra fiducia nella fedeltà di Maria, gli anelli, nei confronti del suo Creatore e verso i suoi figli, nell’efficacia del suo intervento, i raggi di grazia, che cadono sulla terra, e nella vittoria finale, la luce, poiché lei stessa, è la prima discepola, è la primizia dei salvati.
Definizione di dolorosa.
La medaglia porta sul suo rovescio una lettera e delle immagini, che ci introducono nel segreto di Maria. La lettera «M» è sormontata da una croce. La «M» è l’iniziale di Maria, la Croce è quella di Cristo. I due segni intrecciati mostrano il rapporto indissolubile che lega Cristo alla sua santissima Madre. Maria è associata alla missione di Salvezza dell’umanità decaduta da parte del Figlio suo Gesù e partecipa in prima linea, attraverso la sua compassione (cum+ patire= patire insieme), all’atto stesso del sacrificio redentivo di Cristo sulla Croce. In basso, sono evidenti i due cuori, sempre uniti, l’uno circondato da una corona di spine, l’altro trapassato da una spada. Il cuore coronato di spine è il cuore di Gesù, che come sappiamo dai Vangeli dalla Liturgia della Chiesa, ci ricorda l’episodio crudele della Passione di Cristo, prima della morte. Il cuore simboleggia la sua Passione d’amore che dovette affrontare per la salvezza di tutti noi peccatori. Il cuore trafitto da una spada è il cuore di Maria, sua Santissima Madre. Si riferisce alla profezia di Simeone, raccontata nei Vangeli, il giorno della presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme da Maria e Giuseppe per la circoncisione. Simboleggia l’amore di Cristo, che è in Maria e richiama il suo amore per noi, per la nostra salvezza e l’accettazione del sacrificio del suo Figlio. L’accostamento dei due Cuori esprime che la vita di Maria è vita d’intima unione con Gesù. Attorno a questi SS.mi Cuori sono raffigurate dodici stelle. Esse corrispondono ai dodici apostoli e rappresentano la Chiesa. Essere Chiesa, significa amare Cristo, partecipare pienamente e intimamente alla sua passione, per la Salvezza del mondo. Ogni battezzato è invitato ad associarsi alla missione del Cristo, unendo il suo cuore ai Cuori di Gesù e di Maria. La medaglia è un richiamo alla coscienze di ciascuno, perché scelga, come Cristo e Maria, la via dell’amore, fino al dono totale di sé.
I fatti che seguirono dopo la distribuzione delle Medaglie Miracolose fecero riscoprire, con particolare forza, l’importanza della protezione materna di Maria Immacolata, inscindibilmente legata per volontà divina alla missione salvifica del Figlio Redentore nel sostenere la nostra invisibile ma quotidiana lotta contro gli inganni di satana, smanioso di condurre alla dannazione eterna il maggior numero possibile di anime. «La medaglia è una miniatura racchiusa in uno spazio molto piccolo, minuscolo, con un minimo di simboli, essa riassume in tutto la mariologia, che è unita strettamente alla cristologia». Non a caso iniziò da lì un eccezionale ciclo di apparizioni mariane, segno della sovrabbondanza di grazie coincidente con l’intensificarsi della battaglia escatologica contro lo spirito del male, che purtroppo domina questo mondo. E sulla spinta dell’invocazione «concepita senza peccato» impressa sulla medaglia si rinvigorì il culto verso l’Immacolata Concezione, arrivando come accennato in precedenza con Pio IX alla solenne proclamazione del dogma nel 1854, accolto con gioia dalla Chiesa universale quale verità «intimamente radicata e solidificata nel cuore dei fedeli» fin dai tempi più antichi e testimonianza che «ogni tributo di onore reso alla Madre ridonda sul Figlio» (Ineffabilis Deus). Ciò che le visioni del 1830 avevano ridestato trovò poi una conferma a Lourdes, nel 1858, quando la Beata Vergine si rivelò all’umile Bernadette con le parole: «Io sono l’Immacolata Concezione». E suor Caterina, appena sentì il racconto delle nuove apparizioni della Madonna, disse con ton sicuro e affermativo: «È la Madonna, la Madre di Gesù e Madre nostra». Secondo la teologia cattolica tradizionale, esiste un intimo e profondo rapporto tra la Madonna e la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo. La mediazione universale di Maria è per volontà di Dio ordinariamente necessaria alla salvezza e alla santificazione degli uomini come quella della Chiesa stessa, che in questo momento buoi della nostra era è attaccata da nemici interni ed esterni. È, se alla Chiesa è stato affidato da Dio il compito di custodire e diffondere le verità della fede nella loro integrità e purezza, alla Madonna è stata riservata la missione di combattere e vincere il demonio, supremo ispiratore e fautore di tutti gli errori e di tutte le eresie con ogni mezzo messo da Gesù a sua disposizione. In questa prospettiva, brillano di luce straordinaria le grandi apparizioni mariane degli ultimi tempi. Oltre Rue du Bac, abbiamo, La Salette, Lourdes, Fatima, Medjugorje, e per ultimo il Santuario Mariano della Madonna dello Scoglio in Calabria. Sono nomi che dovrebbero essere familiari a ogni cattolico fedele a cristo e alla sua Chiesa. Mentre, con il dilagare della Rivoluzione, si faceva notte sul mondo, la Madonna apriva gli occhi degli uomini sulla gravità della situazione con una luminosa costellazione di messaggi mariani che avevano il loro culmine nell’apparizione di Fatima, giustamente definita l’avvenimento più importante del secolo ventesimo. Anche l’Italia ha avuto il privilegio di una grande apparizione mariana: meno conosciuta, ma non meno significativa delle altre per il profondo insegnamento che ancora trasmette al tempo presente. Fu la miracolosa conversione, dell’ebreo Alfonso Ratisbonne, al quale la Madonna apparve nella chiesa romana di Sant’Andrea delle Fratte. Vi è infatti, una lapide posta in uno dei pilastri della cappella dell’apparizione, dove ancora oggi si venera l’immagine di quella che il popolo romano chiamò la «Madonna del Miracolo», così ricorda l’avvenimento: «Il 20 gennaio 1842, Alfonso Ratisbonne, venne qui ebreo indurito. La Vergine gli apparve come tu la vedi. Cadde ebreo si rialzò cristiano. Straniero: porta con te questo prezioso ricordo della misericordia di Dio e del potere della SS. Vergine». Ora riporto con esattezza cosa avvenne in quel giorno del 1942. «Era giovedì 20 gennaio, dopo aver fatto colazione all’albergo e aver imbucato le mie lettere alla posta, mi recai a casa del mio amico Gustavo, il pietista, che era tornato dalla caccia, escursione che lo aveva tenuto lontano per alcuni giorni. «Gustavo mi consolò ironicamente, parlandomi di un’altra cerimonia davvero curiosa che doveva svolgersi, credo, a Santa Maria Maggiore. Si trattava della benedizione degli animali. E su tutto questo, gara di freddure e lazzi del tipo che si può immaginare tra un ebreo e un protestante. «Parlammo di caccia, di piaceri, dei divertimenti del carnevale, della brillante serata che il duca Torlonia aveva dato il giorno prima. Né ci si poteva dimenticare delle feste del mio matrimonio: invitai de Lotzbeck, che mi promise di partecipare. «Se in quell’istante (era mezzogiorno) un terzo interlocutore mi si fosse avvicinato, e mi avesse detto: “Alfonso, fra un quarto d’ora adorerai Gesù Cristo, tuo Dio e tuo Salvatore, sarai prosternato in una povera chiesa, ti batterai il petto dinanzi a un sacerdote, in un convento di Gesuiti dove trascorrerai il carnevale per prepararti al battesimo, pronto ad immolarti per la fede cattolica; e rinuncerai al mondo, alle sue pompe, ai suoi piaceri, alla tua fortuna, alle tue speranze, al tuo avvenire; e, se sarà necessario, rinuncerai anche alla tua fidanzata, all’affetto della tua famiglia, alla stima dei tuoi amici, all’attaccamento degli ebrei … e non aspirerai più che a seguire Gesù Cristo e a portare la sua croce fino alla morte!…”. Dico che se qualche profeta mi avesse fatto una predizione simile, avrei giudicato solo un uomo più insensato di lui: l’uomo che avesse creduto possibile una simile follia! Eppure, è proprio questa follia che costituisce oggi la mia sapienza e la mia felicità. «Uscendo dal caffè, mi imbatto nella carrozza di Teodoro de Buissières. Si ferma, e sono invitato a salire per un tratto di passeggiata. Il tempo era splendido, e accettai con piacere. Ma de Buissières mi chiese la cortesia di fermarsi pochi minuti alla chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, che si trovava quasi di fianco a noi, per un affare che doveva sbrigare; mi suggerì di aspettarlo in carrozza; io preferii scendere, per vedere la chiesa. Vi si facevano dei preparativi per un funerale e mi informai del defunto che doveva ricevere le estreme onoranze. De Buissières mi rispose: È un mio amico, il conte de La Ferronays; la sua morte improvvisa – aggiunse – è la causa di quella tristezza che avrete notata in me da due giorni”. «Non conoscevo de La Ferronays; non lo avevo mai visto, e non provavo altra impressione che quella d’una pena alquanto vaga che sempre si prova alla notizia d’una morte improvvisa. De Buissières mi lasciò per andare a prenotare una tribuna destinata alla famiglia del defunto. “Non vi impazientite, mi disse entrando nel chiostro, sarà questione di due minuti”. «La chiesa di Sant’Andrea è piccola, povera e deserta; credo di essere stato quasi solo; nessuna opera d’arte attirava la mia attenzione. Camminavo, meccanicamente, con lo sguardo in giro, senza soffermarmi su nessun pensiero; mi ricordo soltanto di un cane nero che saltellava e balzava dinanzi a me. Non appena scomparso il cane, la chiesa intera disparve, non vidi più nulla o piuttosto, Dio mio, vidi una sola cosa! «Come potrei parlarne? Oh! no, la parola umana non deve tentare d’esprimere l’inesprimibile; ogni descrizione, per quanto sublime possa essere, non sarebbe che una profanazione dell’ineffabile verità. Ero là, prosternato, bagnato nelle mie lacrime, col cuore fuori di me stesso, quando de Buissières mi richiamò alla vita. «Non potevo rispondere alle sue domande precipitose; ma presi la medaglia che avevo al petto e baciai con effusione l’immagine della Vergine, raggiante di grazia. Oh! era davvero Lei! La Madonna. «Non sapevo dove mi trovavo; non sapevo se fossi Alfonso o un altro; sentivo un così totale mutamento, che mi credevo un altro me stesso. Tentavo di ritrovarmi e non mi ritrovavo. La gioia più ardente si sprigionava dal fondo della mia anima; non potei parlare; non volli rivelare nulla; sentivo in me qualcosa di solenne e di sacro che mi fece chiamare un sacerdote. Vi fui condotto, e solo dopo avuto l’ordine positivo ne parlai, per quanto mi era possibile, in ginocchio e col cuore tremante. «Le mie prime parole furono di riconoscenza per de La Ferronays e per l’Arciconfraternita della Madonna delle Vittorie. Sapevo con certezza che de La Ferronays aveva pregato per me; ma non saprei dire come lo seppi, così come non potrei fare un resoconto delle verità di cui avevo acquisito la fede e la conoscenza. Tutto ciò che posso dire è che al momento del fatto la benda mi cadde dagli occhi; non una sola, ma tutta la moltitudine di bende che mi avevano avvolto, scomparvero una dopo l’altra rapidamente, come la neve e il fango e il ghiaccio sotto l’azione di un sole cocente. «Uscivo da una tomba, da un abisso di tenebre, ed ero vivo, perfettamente vivo. Ma piangevo! Vedevo nel fondo dell’abisso le miserie estreme dalle quali ero stato strappato da una misericordia infinita; rabbrividivo alla vista di tutte le mie iniquità, ed ero stupito, intenerito, sprofondato in ammirazione e riconoscenza. Pensavo a mio fratello con una indicibile gioia; ma alle lacrime d’amore si univano lacrime di compassione. Oh! quanti discendono tranquillamente in questo abisso con gli occhi chiusi dall’orgoglio o dalla spensieratezza! Vi discendono, s’inabissano vivi nelle orribili tenebre! E la mia famiglia, la mia fidanzata, le mie povere sorelle! Oh! straziante ansietà! Penso a voi, voi che io amo! A voi dono le prime preghiere. Non alzerete voi gli occhi verso il Salvatore del mondo, il cui sangue ha cancellato il peccato originale? Oh, che l’impronta di questa macchia è orribile! Rende completamente irriconoscibile la creatura fatta a immagine di Dio. «Mi si domanda come appresi queste verità, poiché è accertato che non ho mai aperto un libro di religione, non ho mai letto una pagina della Bibbia, e che il dogma del peccato originale, totalmente dimenticato o negato dagli Ebrei dei nostri giorni, non aveva mai occupato un istante il mio pensiero; dubito anche di averne sentito il nome. Come sono arrivato dunque a questa conoscenza? Non saprei dirlo. «Tutto ciò che so, è che entrando in chiesa ignoravo tutto; uscendone, vedevo chiaro. Non posso spiegare questo cambiamento che con l’immagine di un uomo il quale si risvegliasse da un sonno profondo, o con quella di un cieco nato che vedesse la luce tutto d’un colpo; vede, ma non può definire la luce che lo illumina e nella quale contempla gli oggetti della sua ammirazione». Il trionfo della Chiesa è la vittoria sugli errori e sulle eresie: e questa vittoria è stata riservata in modo esclusivo a Maria, di cui la Chiesa canta: «Tu sola sterminasti le eresie di tutto l’universo». Maria ha sempre avuto una parte decisiva «nella diffusione, nelle battaglie, nei trionfi della fede cattolica» e anzi, «la storia dei trionfi della Chiesa è la storia dei trionfi di Maria». «Ogni qual volta che parve quasi per scendere la notte sul mondo, si vide spuntare nel cielo Maria, stella del mattino» che ha dissipato le tenebre del male e portato la Luce di Suo Figlio Gesù Cristo. Quindi in conclusione: a Rue du Bac, a La Salette, a Lourdes, a Fatima, ed altri altrettanti Santuari la Madonna scelse anime innocenti per trasmettere i suoi messaggi al mondo. A Roma la Madonna apparve a un peccatore, a un cuore indurito dall’orgoglio, a un nemico della Chiesa. Ebreo di origine, rivoluzionario di mentalità, Ratisbonne sembra prefigurare il mondo moderno, incredulo, duro di cuore, ostinato nei suoi errori. Eppure, basta l’apparizione della Madonna, un suo gesto, perché Ratisbonne cada in ginocchio e comprenda istantaneamente, secondo quanto egli stesso dichiarò, nella sua esposizione al processo canonico, «l’orrore del suo stato, la deformità del peccato, la bellezza della Religione Cattolica». La sua conversione è perfetta e istantanea come quella di san Paolo: le tenebre dell’incredulità e del giudaismo sono improvvisamente squarciate, dal fulgore della verità. La Madonna «viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa» manifesta i suoi attributi tradizionali di Regina e di Madre: la potenza e la misericordia. Ma la Madonna esige, per intervenire, la collaborazione degli uomini: la Medaglia miracolosa, il Memorare, le preghiere insistenti del barone de Buissières e del conte de La Ferronays, forse per un impercettibile gesto di buona volontà da parte di Ratisbonne, sono gli elementi da non trascurare nel grande quadro di questa conversione. Nulla è impossibile alla Madonna, regale dispensatrice di grazie, quando essa è pregata da cuori ardenti e devoti. «Quando gli uomini decidono di collaborare con la grazia di Dio, allora nella storia accadono cose meravigliose: la conversione dell’Impero romano, la formazione del Medio evo, la riconquista della Spagna a partire da Covadonga, sono tutti avvenimenti di questo tipo, che accadono come frutto delle grandi resurrezioni dell’anima, di cui anche i popoli sono suscettibili». Di fronte al flagello del comunismo ateo, del terrorismo che minaccia oggi l’umanità, preghiamo con animo sincero e umile la Madonna perché voglia manifestare ancora una volta la sua potenza e la sua misericordia verso di noi miseri e indegni peccatori: allo stesso modo in cui convertì l’ebreo Ratisbonne e regnò nel suo cuore, conceda ai nostri giorni la conversione del mondo, l’instaurazione del Suo regno, il Trionfo del Suo Cuore Immacolato e della Chiesa, sul demonio e le sue schiere.

CAPITOLO V
Giungerà nel mondo intero l’Era di Pace, dopo la grande tribolazione

La Madonna durante le apparizioni non fa che ripetere: "Se si ascolteranno le mie richieste si avrà la pace in tutto il mondo". Queste parole di speranza pronunciate da Nostra Signora di Fatima hanno preceduto una lunga litania di sventure che lei predisse che sarebbero cadute sul mondo se le sue richieste non fossero state prese sul serio. È imperativo comprendere che le sue affermazioni sono ancora valide: ci sarà certamente la pace se le persone faranno quello che lei chiede. Se, anche ora, durante gli "ultimi avvertimenti", risponderemo con il pentimento, lasciando che la grazia del perdono di Dio purifichi dal peccato i nostri cuori, ci sarà senz’altro la pace: una pace che si realizzerà prima nel cuore di ogni persona e poi nella società, nel mondo intero, dando inizio ad un’Era di Pace che Maria profetizzò che sarebbe arrivata immancabilmente. Se avessimo ascoltato fin dall’inizio, o in qualsiasi momento durante gli anni in cui si lamentava di noi, avremmo potuto evitare "guerre, carestie, persecuzioni della Chiesa e del Santo Padre". A molte persone buone sarebbe stato risparmiato il martirio, la fame non avrebbe flagellato intere nazioni, la Russia sarebbe già stata convertita e non avrebbe mai potuto diffondere i suoi errori e le sue eresie in tutto il mondo, la Seconda Guerra Mondiale che ha fatto più vittime e danni della Prima non ci sarebbe mai stata. Ma queste afflizioni purtroppo ci sono state. La pace è andata perduta per sempre? Il genere umano distruggerà sé stesso con una guerra nucleare globale? La pace che tanto desideriamo e attendiamo è un sogno, un’illusione? La Pace è fattibile, soltanto se ci rifugiamo in quel Cuore di Mamma, che vuole bene ai suoi figli. Siamo noi figli che purtroppo non siamo obbedienti a questa Mamma, che ha consegnato senza opporre resistenza suo Figlio Gesù in Sacrificio ed espiazione dei nostri miseri peccati sul legno della Croce per la nostra salvezza. "Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà…e sarà concesso al mondo un periodo di pace, e satana e tutti i suoi servi fedeli sarà legato nell’inferno per tutta l’eternità e non nocerà più a nessuno". Questa promessa non è condizionata. La pace sta per arrivare. Sarà la pace che concede Gesù, non quella che viene data dal mondo, il mondo non dà pace, ma guerra e confusione, perché è governato dal principe di questo mondo. Le persone alla fine faranno quello che lei chiede e ci sarà la pace. Credere questo non è illusione, ma una realtà. La Madre di Dio l’ha predetto. Nonostante le considerazioni e i dubbi umani, i fallimenti e i peccati, le guerre o i castighi che dilagano nel mondo come una gigantesca macchia d’olio, le sue profezie "alla fine" si concretizzeranno. L’Era di Pace attende il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Non è possibile stabilire il tempo che rimane prima che arrivi la pace, dal momento che la venuta della pace deve prima avvenire in noi stessi, con una severa e seria conversione dei nostri cuori. Dobbiamo avere nelle nostre coscienze l’innocenza del Cuore Immacolato prima che la pace possa sopraggiungere. Il pentimento deve sconfiggere il peccato prima che la pace sia con noi. L’amore deve annullare ogni altra considerazione e riconciliarci tutti nella bontà, prima che possiamo vedere la pace. Famiglie e vicini, villaggi e città, paesi e nazioni devono riconciliarsi con Dio prima che possa esserci la pace. Soprattutto i cristiani devono essere uniti in un unico Corpo che è la Chiesa, prima che la pace possa scendere su di noi dal Cielo. Nostra Signora ha fatto riferimento a questo quando ci ha assicurato che la pace "sarà concessa" al mondo solo se convertito e disarmato da ogni offesa e da ogni male. Essa giungerà da Dio e con noi rimarrà per sempre. Dunque, l’Era di Pace dovrà attendere fino a che il Trionfo di questo Cuore Grande di Made non sarà completo, prima in noi e successivamente nel resto del mondo. Esso è già iniziato in tutti coloro che hanno ascoltato il messaggio di Nostra Signora e hanno cambiato la loro vita, sforzandosi ogni giorno di diventare santi e di piacere a Dio, cercando di imitare con i propri cuori il Cuore Immacolato di Maria insieme con quello di Gesù. Ma l’Era di Pace non arriverà finché il Trionfo del Cuore Immacolato non avrà raggiunto una completezza tale che i cuori di tutti noi siano già stati convertiti all’armonia e all’amore. La pace è un dono per il cuore e se un cuore è in armonia con Dio allora può donarsi al prossimo. La pace che è in me può rendere il mondo attorno a me un luogo più pacifico per gli altri. Attraverso la mia pace io sono pronto ad entrare in relazione amichevole con tutti coloro che incontro. Le nazioni pacifiche sono fatte di persone pacifiche che hanno scelto la pace come modo di vivere. Non ci può essere guerra fra nazioni dove ci sono uomini e donne pacifici. Un cuore trasformato dalla propria pace interiore può dare al mondo quella pace che il mondo non può dare a sé stesso. Sono coloro che condividono l’Amore grande di Gesù attraverso il pentimento e la conversione che inaugureranno l’Era di Pace che ci è stata promessa dalla Madonna. Per queste ragioni dobbiamo attendere nel discernimento e nell’umiltà, anche se non sappiamo per quanto, perché il male è sempre in agguato a tenderci trappole con l’inganno e con la falsa religione. Noi sappiamo solo che questa misteriosa "pace" verrà certamente. Ce lo ha promesso il Cuore Immacolato di Maria, quindi, può arrivare molto presto. Possiamo sperare che venga in fretta, siamo desiderosi di riconciliarci in maniera definitiva con Dio. Dopotutto "niente è impossibile per Dio". Forse la grande ondata di preghiere di intercessione, penitenze e sacrifici, che sgorgherà nei fedeli per la conversione del mondo sarà così efficace che l’Era di Pace verrà senza ritardi. Ma dobbiamo tenere presente che è anche possibile e forse più probabile, considerata la nostra scarsa risposta ai messaggi e la nostra passività, un intervallo molto più lungo; ed è anche possibile che ci saranno molti anni difficili prima che il Trionfo sia completo e l’Era di Pace inizi il suo processo di santificazione dell’intera umanità che è considerata ancora decaduta e violata dai nostri peccati. Semplicemente non abbiamo alcuna idea di quanto ci vorrà perché ci venga data l’Era di Pace. La pace in realtà può comparire solo dopo il Castigo, ma Dio nella Sua grande Misericordia non desidera vederci soffrire, ma se ancora continuiamo a soffrire non possiamo in nessun modo dare la colpa a Dio, ma a noi stessi, perché siamo insensibili alle sue parole e alle sue opere, siamo attratti dal male che purtroppo non dorme mai, ma vaga per il mondo come un leone ruggente a divorare le anime. Ecco perché San Paolo dice: rimanete saldi nella fede. Ma se non staremo attenti e vigilanti e continueremo a camminare come dei bendati su questa via errata, verremo trascinati ed inghiottiti in una spirale infernale che ci condurrà nelle profondità degli inferi, senza “remissione paccatorum”. Possiamo sperare e pregare intensamente che l’Era di Pace venga rapidamente, così che grazie al nostro pentimento e alla nostra contrizione dei nostri peccati non servirà nessun castigo divino su noi uomini per portare la pace. Possa la Pace del Signore essere con tutti noi attraverso l’intercessione di Maria, Madre di Dio e Madre nostra. "Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori ora", nel nostro tempo, che noi possiamo conoscere di nuovo la pace nel mondo, nel Cuore di Gesù e nel tuo Cuore Immacolato. La Madonna ci avverte ancor oggi: il mondo è prossimo a subire gli ultimi cambiamenti, che saranno terrificanti, mentre s’intensifica la battaglia per le anime tra il bene e il male. L’accusatore satana farà del male alla Chiesa Cattolica ed io, la Madre di Dio, sarò coinvolta nella divisione della Chiesa dal suo interno. Il mio ruolo di Corredentrice, Mediatrice e Avvocata non viene accettato a causa delle divergenze esistenti nella Chiesa Cattolica. In molti ambienti, io non sono accettata in merito al ruolo che devo svolgere nella salvezza delle anime. Il mio povero Figlio è così ferito per il modo in cui io, la Madre di Dio, sono stata respinta, non ascoltata e non apprezzata. Il mio ruolo in qualità di distruttrice del serpente non viene compreso, anzi viene screditato giorno dopo giorno. Sono stata benedetta da Dio con le grazie ed il potere di sconfiggere e distruggere il maligno, schiacciandolo sotto i mie piedi. Egli, il maligno, ha molti seguaci che, dall’interno della Chiesa Cattolica, vogliono opporsi al potere che mi è stato dato da Dio, l’Altissimo, e hanno intenzione di istaurare una falsa fede, che segue le vie di satana e dell’inferno. L’Era della Pace di cui io ho parlato a Fatima è stata dimenticata, messa nel dimenticatoio. Essa avrà luogo dopo la Seconda Venuta di mio Figlio nella Gloria e verrà ha giudicare i vivi e i morti e durerà mille anni. Ciò avverrà quando il Cielo e la Terra si uniranno in un solo glorioso Nuovo Paradiso. A motivo della fede riscontrata nei cuori dei miei figli che sono sopravvissuti e della loro ferma devozione verso di me, la loro amata Madre, molte anime entreranno in Paradiso. Il nemico adesso sta lavorando intensamente per convincere i membri della Chiesa Cattolica che tutto ciò non potrà accadere, ma accadrà. Il mio ruolo, in qualità di Madre della Salvezza e di Corredentrice che opera fianco a fianco del suo diletto Figlio, per annunciare la Sua Seconda Venuta, viene negato e stravolto con tante eresie e errori. Figli miei adorati, dice la Madonna, pregate affinché le anime, vittime dell’ingannatore all’interno del Chiesa Cattolica, non guidino i miei figli lontano dal loro momento di salvezza. Pregate, affinché il Papa possa impedire a questo male di penetrare più in fondo in tutta la Chiesa Cattolica. Figli miei, non rinunciate mai al vostro combattimento per sostenere la Verità del Vangelo e la Potenza del Cristo. La promessa del ritorno di mio Figlio per condurre l’Umanità alla vita eterna in Paradiso sta per adempiersi; Egli però sarà contrastato ad ogni passo da parte di quelle anime che hanno permesso al maligno di sviare le loro menti con l’inganno e con le sue false illusioni. La fedeltà verso mio Figlio, all’interno della Chiesa, si indebolirà. Il mio ruolo in qualità di Corredentrice, Mediatrice e Avvocata non sarà più accettato. Pregate affinché i sacerdoti e i vescovi di mio Figlio rimangano forti e fedeli, e difendano la Verità al costo della propria stessa vita. La Vergine Maria come abbiamo riscontrato nella prima parte di questo capitolo, è ostacolata dalla forze del male che attualmente stanno cercando di indebolire le difese della Chiesa Cattolica dal suo interno, con l’aiuto e l’ausilio dei seguaci di satana. Ma, come disse Gesù a Pietro, quando senza suggerimento di nessuno riconobbe in Gesù, il Figlio di Dio Altissimo: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno”, possiamo stare tranquilli che: “NON PREVARRANNO”. Ma attenzione, qui ci bobbiamo soffermare su un particolare importante, che ci riguarda in prima persona. Secondo le Sacre Scritture, precisamente nell’Apocalisse di San Giovanni, il mondo e la chiesa stessa versa in grave pericolo, quindi, se non ci sarà una ferma e concreta conversione, dovrà affrontare per volere di Dio una Grande Tribolazione, che ora di seguito vi chiarirò in modo serio e dettagliato. Cosa consiste questa Grande Tribolazione? Consiste in un periodo di problemi e difficoltà come mai visto prima su tutta la terra, che alla fine porterà al Regno millenario. Questo periodo terribile è prima della fine dei tempi. In nostro acerrimo nemico satana sa che il suo tempo è brevissimo, e fa quello che può per perseguitare il popolo di Dio, la sua Chiesa e sviarne più che può la vera Fede. Il suo servo, l’anticristo, cerca di eliminare Dio completamente dal cuore di ogni singolo uomo, ma Dio è ancora Onnipotente, e questa è l’ora del Suo giudizio che ricadrà sui vivi e sui morti. Eppure, persino in questo periodo terribile che stiamo attraversando Dio nostro Creatore, dà ripetutamente grazia alle persone per pentirsi e per essere salvate, tramite l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria. Il significato di “Grande Tribolazione”, alle menti suscettibili e a coloro che hanno fede, ma si è intiepidita, può creare un po’ di confusione perché non comprendono a quali eventi si riferiscano. In questo documento teologico pastorale, mi riferisco agli avvenimenti dell’intero periodo di tribolazione che noi dovremmo affrontare se non ci convertiamo, dall’inizio della fine dei tempi fino all’Avvento della Nuova Gerusalemme Celeste. Dall’esposizione in Apocalisse 3-19 possiamo riscontrare che la Grande Tribolazione ha tre fasi decisive ed importanti: la prima fase è segnata dalla rottura dei sette sigilli in cielo e culmina col rapimento della sposa di Cristo in cielo e la meretrice che viene buttata giù dalla schiena della bestia; la seconda fase è segnata dal suono delle sette trombe in cielo. Questo è il periodo in cui la bestia sarà in disputa con i “secondi frutti”; coloro che non sono parte del rapimento ma scelgono adesso di servire Dio e combattere il male. Questa seconda fase termina con la racconta dei “secondi frutti” in cielo e la cacciata di satana dal cielo buttandolo giù verso il suo luogo destinato, l’inferno eterno, preparato per lui e i suoi angeli, e le anime dannate; la terza fase è lo sfogo dell’ira divina di Dio su satana, la bestia, l’anticristo e i loro seguaci. Viene segnato con lo svuotamento delle sette coppe dell’ira sulla terra. Dopo questo Gesù Cristo tornerà sulla terra con i Suoi seguaci, segnando la conclusione della Grande Tribolazione e l’inaugurazione del Millennio, mille anni di pace, la stessa pace che la Vergine Maria ci disse a Fatima.
La meretrice, la bestia e l’anticristo
Durante la Grande Tribolazione ci sono tre forze spirituali che sono serve fedelissime di satana e contendono le avversità contro i servi di Dio. Queste sono la meretrice, la bestia e l’anticristo. Tutti questi tre spiriti hanno avuto il loro inizio adesso ai nostri giorni, quando il male ha più profondamente affondato le sue radici nel cuore dell’umanità. La meretrice, anche chiamata Babilonia, usa la religione ed è lo spirito della falsa Cristianità e delle false dottrine predicate nel mondo, per diffondere a macchia d’olio le sue eresie. Possiamo definirlo una “commercializzazione” del Cristianesimo. La meretrice prova a mischiare la Vera Parola di Dio con lo spirito del mondo per dare alla gente quello che vuole. Lei viene chiamata così perché prova ad accontentare due signori. Poi se andiamo ad analizzare l’Apocalisse al capitolo 13 parla della “bestia”; definita come una confederazione di guide del mondo e di nazioni che bestemmiano contro Dio. Questo spirito malvagio usa le forze terrene per ottenere il suo scopo, la distruzione della Fede. La bestia farà guerra ai santi e li vincerà durante la seconda fase della Grande Tribolazione. Apocalisse 13:7. Già possiamo riscontrare gli inizi di questo sviluppo nei governi del mondo d’oggi che si allontanano dalle leggi di Dio e deridono la cristianità, di fatto se non direttamente con le parole, ma con le loro leggi inique e prezzanti. Sta diventando sempre meno accettabile essere un cristiano che di fatto vive e agisce secondo le leggi di Dio. Quando la bestia prende pieno controllo dopo il rapimento lui condannerà apertamente il Cristianesimo e perseguiterà tutti coloro che seguono Dio. Subito dopo l’ascesa della bestia una seconda bestia verrà al potere. In Apocalisse 13:11 viene comparato sia a un agnello che a un drago. Questa seconda bestia è l’anticristo, figlio di satana. Lo scopo principale dell’anticristo è di far inginocchiare più gente possibile davanti alla prima bestia e a adorarla e chiunque si rifiuta verrà ucciso, e tutti i suoi servi fedeli portano il suo marchio sulla fronte il numero,666. L’anticristo è un uomo in carne e ossa, ma lo spirito dell’anticristo e della bestia hanno già iniziato ad operare sulla terra dai giorni degli Apostoli, fino ad oggi. (1 Giovanni 4:3) Loro sviluppano sempre più la loro forza ma non possono prendere pieno potere prima che avvenga il rapimento. (2 Tessalonicesi 2:1-11)
I sette sigilli
In Apocalisse 5 leggiamo del Libro sigillato con sette sigilli. Quando Cristo apre questi sigilli, inizia la Grande Tribolazione. Ogni sigillo corrisponde ad un evento specifico e devastante per tutto il genere umano. In Apocalisse 6:1-8 leggiamo che i primi quattro sigilli aperti liberano quattro Cavalieri sulla terra per conquistare e spargere guerra, fame e morte. Questo corrisponde abbastanza strettamente a quello che Gesù dice in Matteo 24:6-8. Dopo che queste forze spirituali sono liberate il quinto sigillo viene aperto e molti cristiani verranno uccisi e martirizzati per la loro fede. (Apocalisse 6:9-11, Matteo 24:9) È chiaro che le condizioni nel mondo saranno cadute talmente in basso che sarà ridotta ad un’immensa landa desolata e devastata. La gente sarà dominata da odio, orgoglio e tanta malvagità. I cristiani saranno perseguitati e uccisi per la loro fede, la sregolatezza abbonderà, e si alzeranno falsi cristi e falsi profeti. (Matteo 24:10-28), che andranno nel mondo a seminare le loro eresie. Il sesto sigillo aperto annuncerà l’arrivo di terremoti e perturbazioni cosmiche. Il sole e le stelle si oscureranno e la luna diventerà come sangue. (Apocalisse 6:12-17 e Matteo 24:29) Dopo che avviene questo, in Matteo 24:30 ci esorta che, il Figlio dell’Uomo apparirà in cielo e tutte le tribù della terra saranno in lutto. Gesù tornerà nella Sua Gloria per prendere la Sua sposa. Questo è noto come il rapimento, ma Gesù non tornerà sulla terra, quindi questa non è la seconda venuta di Gesù, che avverrà più tardi, dopo che l’ira divina è stata completamente versata sulla terra. Quando la sposa è rapita allora la meretrice verrà anche buttata giù dalle spalle della bestia. (Apocalisse 17:16) La bestia non vorrà più ascoltare nessuna forma di cristianesimo o persino falsa cristianità o qualsiasi forma di religione. Il settimo e ultimo sigillo verrà allora aperto. In Apocalisse 8:2 possiamo vedere che i sette angeli ricevono sette trombe e come leggiamo nel versetto 6 si preparano a suonarle. Questa è la fine della “Grande Tribolazione” come descritto da Gesù in Matteo, che porta al rapimento. La profezia nel libro dell’Apocalisse parla comunque ancora di altri eventi che avranno luogo dopo il rapimento, che vedono una significativa intensificazione della “Grande Tribolazione.”
Le sette trombe
Ai sette angeli menzionati nell'apertura del settimo sigillo in Apocalisse 8:6 sono date sette trombe. Il suono di ogni tromba porta una nuova ondata di disastri e distruzione sulla terra. Questa fase successiva della fine dei tempi è il giudizio di Dio sulla terra, ma l’ira divina è ancora mista con grazia, così coloro che non erano parte del rapimento possono ancora rivolgersi a Dio e ricevere la grazia santificante. Questi non saranno contati tra le primizie, la sposa di Cristo, ma avranno l’opportunità di pentirsi e diventare martiri per la loro fede. Questi sono i “secondi frutti” del raccolto di Dio. Dato che la Sposa è stata rapita non c’è più nulla che trattiene la bestia e l’anticristo dal prendere completo controllo di tutta la terra. Lo spirito dell’Anticristo che è stato presente a partire dai giorni degli Apostoli (1 Giovanni 4:3) prenderà finalmente forma fisica, è il senza legge, dominerà su tutta la terra e perseguiterà coloro che sono stati lasciati indietro (2 Tessalonicesi 2:1-12). Lui proverà a forzare tutti a fare incidere il marchio della bestia (Apocalisse 13:16-17) che mostra che il portatore è stato rigettato da Dio e venera la bestia. Senza questo marchio nessuno potrà comprare o vendere. Le prime quattro trombe suonate annunceranno la distruzione di un terzo degli alberi e di tutta l’erba, un terzo del mare, un terzo delle creature del mare e un terzo di tutte le navi. Un terzo dell’acqua dolce sulla terra diventerà tossica e amara e un terzo del sole, delle stelle e della luna saranno oscurate e una grande tenebra invaderà la terra. (Apocalisse 8:7-13) La quinta tromba libera cavallette infernali dal pozzo dell’abisso per tormentare l’umanità e non ci sarà tregua, esse divoreranno tutto lasciando il mondo devastato e arido. (Apocalisse 9:1-12) Loro sono guidate “dall’angelo dell’abisso” chiamato Abaddon o Apollion. (Apocalisse 9:11) Al suono della sesta tromba quattro angeli vengono liberati per andare sulla terra e uccidere un terzo dell’umanità con fuoco, fumo e zolfo. Questa è l’ultima occasione data da Dio all’umanità per entrare in cielo prima che Lui versi la Sua ira e il suo giudizio sulla terra. Sfortunatamente, sta scritto che il resto dell’umanità non si pente ancora dai suoi peccati volendo dire che avevano ancora un’occasione per ritornare nella braccio del Creatore! (Apocalisse 9:13-21) Dio manda anche due testimoni sulla terra per profetizzare. Saranno uccisi per la loro testimonianza e poi risuscitati da Dio e portati in cielo. (Apocalisse 11:1-14). La settima tromba verrà poi suonata e voci potenti diranno “Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà nei secoli dei secoli!” (Apocalisse 11:15) Ora è chiaro che tutti coloro che hanno accettato Gesù come loro Signore e Salvatore saranno in cielo. Questo include la sposa di Cristo, i martiri, e gli eroi del Vecchio Testamento. Tutti i vari servi di Dio non ci saranno più sulla terra e saranno tutti riuniti in cielo per contemplarlo eternamente nella Sua Gloria.
Le sette coppe dell’ira di Dio
Ora che Dio ha raccolto tutti i Suoi servi dalla terra e li ha posti in cielo non c’è più posto per satana e i suoi ospiti malvagi. Loro sono banditi sulla terra con tutti quei peccatori che hanno rifiutato di pentirsi volta dopo volta. Adesso Dio è in una posizione favorevole per versare la Sua ira e il giudizio sulla terra, contro la bestia e tutti quelli che hanno venerato la bestia. A sette angeli vengono date coppe ricolme d’ira, ognuna delle quali libera una piaga sulla terra. La prima coppa manda un’ulcera maligna a tutti quelli che hanno il marchio della bestia. (Apocalisse 16:2) La seconda e la terza coppa fanno diventare i mari e le acque, sangue. (Apocalisse 16:3-4) La quarta coppa dà al sole la forza di bruciare vivi gli uomini (Apocalisse 16:8-9) e la quinta coppa avvolge il mondo nelle tenebre e nel dolore più straziante. (Apocalisse 16:10) Sta scritto in Apocalisse 16:11 che “non si ravvidero dalle loro opere, e perseguirono il male fino al loro annientamento totale e eterno.” La sesta coppa fa prosciugare il fiume Eufrate e la bestia e l’anticristo iniziano a radunare i loro eserciti nel luogo che in ebraico si chiama Armageddon, in preparazione per la guerra contro Dio e il Suo popolo, gli ebrei in Israele. (Apocalisse 16:12-16, Ezechiele 38 e 39) Andranno in guerra contro Israele e sembreranno di vincere. (Michea 4:11) Gerusalemme e gli ebrei si trovano sotto una tremenda pressione e sembra che l’anticristo e i suoi eserciti siano vittoriosi. Allora, a questo punto la misura sarà colma e sarà giunto il momento che la settima e ultima coppa sia svuotata, il che indica la conclusione della Grande Tribolazione. Una gran voce diceva dal cielo, “È fatto.” (Apocalisse 16:17) C’è un terremoto così forte come mai visto prima, le città crollano, e le isole e le montagne spariscono. Una grandine enorme ed infuocata dall’ira di Dio cade e l’umanità e gli uomini bestemmiano contro Dio. (Apocalisse 16:17-21). Adesso l’ira di Dio è stata completamente versata sulla terra. Questo è il momento in cui Cristo scende giù dal cielo, seduto su un cavallo bianco con un esercito celeste dietro di Lui. L’esercito della bestia e dell’anticristo non riescono a resistere davanti alla Sua Potenza e Gloria. Loro sono sconfitti una volta per tutte e Lui libera gli Ebrei che erano in grande afflizione. Allora i loro occhi si apriranno e si renderanno conto che il Messia promesso è Gesù Cristo, colui che 2000 anni fa hanno crocifisso su una Croce, e si pentono per tutte le loro malefatte. (Zaccaria 12:8-11) L’anticristo e la bestia vengono gettati vivi nello stagno di fuoco per l’eternità e satana e tutti coloro che lo servono verranno legati per mille anni. (Apocalisse 20:1-3) Allora inizia il Millennio, mille anni di pace e prosperità per tutta la terra.
La misericordia di Dio promessa all’intera umanità
Possiamo vedere in ogni fase della fine dei tempi che Dio dà nuove opportunità alle persone per pentirsi e venire a Lui. Ma la gloria e la ricompensa data variano sensibilmente. Quanto sarebbe stupido e orgoglioso ignorare con testardaggine la grazia di Dio quando viene offerta e poi dover essere costretti dalla Potenza di Dio a soffrire nella Grande Tribolazione e cercare di infilarsi in cielo all’ultimo istante prima della fine. Noi come collaboratori di Dio, vi esortiamo a non ricevere la grazia di Dio invano; poiché Egli dice: ‘Ti ho esaudito nel tempo favorevole, e ti ho soccorso nel giorno della salvezza’ Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!” 2 Corinzi 6:1-2. Dio ci ha dato questo periodo di grazia adesso in modo che possiamo essere parte della sposa di Cristo le primizie, coloro che riceveranno la più grande ricompensa in cielo. Pensa: la sposa non viene solamente risparmiata dagli eventi terribili quando le coppe dell’ira di Dio vengono versate, ma riceverà anche la più grande ricompensa in cielo! Un’eternità accanto a Gesù Cristo, il suo Signore e Salvatore! Allora, stiamo rispondendo alla chiamata di Dio nel nostro cuore? Ci stiamo preparando per essere la sposa di Cristo? Stiamo facendo buon uso del tempo che Gesù ha dato a nostra disposizione ora, o la grazia e la Fede verso Dio è vana? Adesso è il periodo di grazia. Adesso è il periodo in cui Dio può aiutarci a uscire dal peccato e dalla morte, per regnare un giorno con lui nel Suo Regno! Rifletti ora, prima che sia troppo tardi, perché poi, non c’è nessuna speranza o voi che entrate. La verità è che Gesù stesso ha detto, “Ma quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo” Matteo 24:36. Ovviamente la Sacra Bibbia ci dà vari indizi e segni ai quali possiamo fare riferimento. Possiamo leggere: l’Apocalisse di San Giovanni, Tessalonicesi e Daniele, così come in vari altri profeti che, confermano nella verità dei fatti le parole che ci ha trasmesso Gesù durante i tre anni di ministero. Gesù ci dà anche alcuni segni a cui guardare nei vangeli. Ma nessuno riesce a dire con esattezza come e quando accadrà. Ma per coloro che amano Cristo, la cosa più importante da sapere riguardo agli ultimi tempi è che non abbiamo assolutamente nulla da temere. (Luca 12:32; Ebrei 13:6), Lui è sempre con noi fino alla fine del mondo. Quello che sappiamo è che per noi, queste cose significano che verremo finalmente presi per essere in un unione indissolubile con il nostro Salvatore per tutta l’eternità. Questo è lo scopo delle nostre vite, viviamo per il giorno in cui lo incontreremo e saremo fedeli alleati con Lui per tutta l’eternità! Invece di preoccuparci e di aver paura, possiamo rallegrarci con grande anticipo per quel giorno che dovrà venire. Questo è il giorno che stiamo attendendo, per cui stiamo vivendo, che stiamo desiderando! Gesù ci esorta come dobbiamo reagire in Luca 21:28: “Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina”. La nostra speranza, il nostro conforto e il nostro riposo sono in questo! Possiamo trovare grande pace nel sapere che la nostra redenzione si sta avvicinando!
Fare la volontà del Padre celeste
“Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; e del luogo dove io vado, sapete anche la via”. Giovanni 14:3. Gesù disse che Lui è lì ora e sta preparando un posto per noi. E un giorno noi lo raggiungeremo lì per tutta l’eternità! Ma c’è una via sulla quale dobbiamo andare per giungere lì e noi conosciamo la via. Lui è la Via. Lui ci ha mostrato la via. E Lui ci disse che “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Matteo 7:21. Quindi questa è la via su cui camminare per giungere felicemente alla meta tanto attesa e tanto desiderata. Cercando di fare sempre la volontà di Dio. E qual è la volontà di Dio? Che non pecchiamo nella misura in cui abbiamo luce e comprensione. San Paolo scrisse a Timoteo riguardo i tempi difficili che verranno negli ultimi giorni. Ma quello che descrisse come tempi difficili non erano disastri, tribolazioni e catastrofi su scala mondiale. Lui definì difficile un tempo quando le persone saranno egoiste, amanti del denaro, superbe, senza amore, testarde, amanti della lussuria, a tante altre cose. (2 Timoteo 3:1-5). Questo è dove sta il vero pericolo nel vivere in modo talmente disordinato e incivile che diventiamo servi facili al servizio di satana e del mondo. Ma se cammineremo nella Luce dello Spirito Santo, non adempiremo i desideri della carne e del peccato provocato dalla sua conseguenza. (Galati 5:16). Lui ci mostrerà quando queste cose verranno e il modo come eliminare per sempre il peccato che si è insediato nella nostra carne. Allora possiamo riconoscerlo, amare la verità su noi stessi e vincere queste cose attraverso di Lui! Questo è quello che ci preserverà dai tempi difficili nostro Signore Gesù Cristo!

CONCLUSIONE

«Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà». Questa è la lieta e solenne promessa fatta dalla Vergine Maria a Fatima, e la speranza che la consacrazione individuale e umanitaria a Lei possa affrettare questo momento, irrigando come un fiume di acqua viva l’intero genere umano con numerose grazie celesti. Tale evento sarà l’esito della sconfitta definitiva di satana che si avrà attraverso l’intercessione di Maria e di tutti coloro che si sono consacrati a Lei, come abbiamo esaminato nel corso di questo documento teologico pastorale. Adesso però la domanda sorge spontanea: perché la discendenza di Maria deve essere segnata con il sigillo della Consacrazione a Lei per compiere la sua sublime missione? La risposta a questa domanda, di certo, non può essere tralasciata o messa nel dimenticatoio. Punto di partenza della disamina deve essere questo principio fondamentale: «La Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria è la forma più eccellente di devozione alla Madre di Dio, in quanto, in un certo senso, entriamo nel suo Cuore Immacolato che diventa la nostra dimora». Alla luce di questa verità, è giocoforza concludere che «se vivremo la nostra vita quotidiana in armonia con questa consacrazione contribuiremo fortemente al Trionfo finale del Cuore Immacolato di Maria su satana e il peccato, perché verranno spazzati via come un violento uragano». Tale evento potrebbe essere definito come l’estensione su scala universale della dimensione più intima che interessa il Cuore di Maria: la vittoria perfetta e completa sul regno del male, del peccato, il trionfo del bene, la perfetta e piena conformità alla volontà del Signore Gesù Cristo, Re del Cielo e della Terra. Questo trionfo, oltre ad avere una dimensione interna di attuazione nella misura in cui renderà i cuori della maggior parte degli uomini simili al Cuore Immacolato, ne avrà anche una esterna: a partire dal rinnovamento degli spiriti, infatti, si realizzeranno una Società ecclesiale e politica conformi alle esigenze del Regno di Cristo e della Sua Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica, in cui trionferanno l’ordine, il bene e la pace in ogni ambito della vita umana: «La parola “Regno di Maria” esprime quell’ideale di sacralizzazione dell’ordine temporale, attraverso la mediazione di Maria Madre di Dio e Madre nostra, che non è altro che la civiltà cristiana dell’Amore sempre attesa e sospirata dai Pontefici come meta di tutto il genere umano. Il Regno di Maria sarà una civiltà sacrale perché ordinata fondamentalmente a Dio; la legge che regolerà i rapporti con Dio e gli uomini sarà quella della dipendenza, che troverà la sua espressione più alta nella “schiavitù d’amore” alla Santissima Vergine». Il Trionfo del Cuore Immacolato sarà, senza dubbio, «un evento di grazia unico ed eccezionale», esclusivo nel suo genere. Ed essendo questo una estensione della realtà intima del Cuore di Maria su scala mondiale, è facile capire che vi sarà una effusione di grazia e di pienezza sul mondo, che avrà conseguenze meravigliose nella vita del mondo, della Chiesa, della società, e delle legislazioni dei popoli. Insomma, tutto sarà all’insegna della grazia santificante, in un modo tale in cui nessuna epoca storica ne ha fatto esperienza. La grazia propria del Trionfo, in termini teologici, si configura come una grazia esterna, volute da Dio per la salvezza soprannaturale, come per esempio l’Incarnazione, la Passione e Morte e Resurrezione di Cristo, la fondazione della Chiesa, i Sacramenti, i buoni esempi dei santi e dei Padri della Chiesa. Queste grazie esterne sono molto importanti nell’economia divina perché Dio, ordinariamente, vuole servirsi di mezzi esterni per agire negli uomini e condurli alla salvezza senza fine. Quindi, bisogna pensare al Trionfo del Cuore Immacolato come una Istituzione di grazia un perfezionamento dell’antica Cristianità, che disporrà l’azione diretta di Dio nelle anime con grazie particolarmente efficaci per salvare e santificare gli uomini, e liberarli definitivamente dagli artigli di satana. Ulteriori sfumature di significato si colgono, poi, riflettendo sul senso del termine «trionfo». Va notato, infatti, che la Madonna a Fatima non promette una semplice vittoria; non dice: “il mio Cuore vincerà” ma “il mio Cuore trionferà”. Il nemico, quindi, sarà annientato, schiacciato e non solo anche polverizzato (cf. Gen 3,15). Dire vincere non esclude la possibilità di una vittoria “decisa alle ultime battute”, come quando si svolge una gara sportiva i due avversari sono alla pari e se prevale l’uno sull’altro dipende dalla fortuna o da un “tiro da maestro” di uno dei due avversari. Nell’attuale battaglia spirituale che noi miseri peccatori stiamo vivendo le cose non stanno così: non c’è paragone tra lo strapotere del Creatore e le povere forze delle creature e se sembra che i nemici stiano ora prevalendo è solo perché la vittoria finale di Dio, di Maria e dei suoi servi fedeli possa risultare ancora più umiliante per il demonio e le sue schiere, angeliche ed umane. La parola trionfo, quindi, esprime una verità fondamentale: il nemico del genere umano e con lui tutti i suoi satelliti sparsi per il mondo intero dove fanno da padroni, saranno annichiliti in modo grandioso, epico, in modo tale che risulti chiaro al mondo intero che l’instaurazione del Regno di Maria è opera del «dito di Dio» (Lc 11,20). Ma tale instaurazione sarà indolore? Tutt’altro! Le rivelazioni private si pensi al Terzo Segreto di Fatima, parlano chiaro circa il fatto che la Croce dovrà precedere la gloria e sarà, per la vera Chiesa, una croce tanto più pesante quanto più meravigliosa e grandiosa sarà la gloria futura che le è promessa nel periodo di Pace. Ma è proprio in questa prospettiva che è possibile vedere, in filigrana, sia il senso della parola trionfo che quello dell’interferenza provvidenziale delle forze buone della Chiesa la cui componente mariana si traduce, oggi, in una vita tutta consacrata alla Santa Vergine. La vittoria sarà grandissima, come quella che ottenne Cristo sulla Croce; il mezzo della vittoria sarà il medesimo perché la Sposa non può seguire un destino diverso da quello dello Sposo: è la croce che, portata con pazienza e coraggio da veri credenti, in modo speciale dai consacrati le cui opere e sofferenze ricevono di un misterioso «plus-valore spirituale, preparerà la più immensa sconfitta del regno di satana in modo così grandioso che apparirà manifesta la somiglianza con la vittoria completa e straordinaria di Cristo sulla Croce, per lavare le nostre miserabili colpe. Sarà proprio da quella Croce che sarà emesso il grido di abbandono dei credenti, militanti nella Chiesa, figli della Vergine tutti a Lei consacrati: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. Tutto è compiuto» (Lc 23,46; Gv 19,30) che sarà, al contempo, il grido del Trionfo con cui la Chiesa si imporrà su satana e su tutti i suoi collaboratori, dentro e fuori la Chiesa. Questo momento sarà ambivalente perché segnerà una fine ed un meraviglioso inizio: la fine dell’impero temporaneo di satana nel mondo e l’inizio del Trionfo del Cuore Immacolato e di una nuova stagione di santità della Chiesa.
In conclusione, alla fine di una spaventosa battaglia spirituale tra gli angeli e i demoni, tra gli uomini a servizio del regno di Dio e quelli a servizio del regno di satana, tra Rivoluzione e Controrivoluzione. È evidente che gli agenti del regno del male hanno ormai scardinato quasi del tutto le fondamenta del bene dalla terra, con l’obiettivo palese di portare l’umanità alla completa e totale autodistruzione. Lo sforzo incessante di satana, dei demoni e degli uomini infernali è sempre stato, in ogni tempo, quello di portare l’umanità lontana da Dio e farla precipitare nei tormenti eterni dell’inferno. Ma ora, nel nostro presente, sono riusciti a realizzarlo quasi totalmente! La lotta contro Dio, contro la sua Legge, contro la sua sovranità d’amore sugli uomini e sulle società è giunta a una fase molto preoccupante, irreversibile, al punto che, come disse la Madonna a Kibeho, in Ruanda, ai veggenti: «il mondo è sull’orlo di una catastrofe». Il mondo va male, corre verso la sua rovina, sta per cadere in un baratro dove se non si convertirà perirà per sempre. È in ribellione contro Dio e contro sé stesso, vi si commettono troppi peccati, non c’è più né amore né pace. Se voi non vi pentite e non vi convertite i vostri cuori, voi cadrete tutti in un baratro senza via d’uscita. Ciò che davvero fa pensare all’imminenza del Trionfo è il fatto che si è oggi raggiunto un livello tale di degradazione, perversione, degenerazione che i pochi buoni che operano nel mondo a servizio del regno di Dio non sono in grado da soli di riportare tutte queste deviazioni nella giusta direzione. Per cui è come se si postulasse, alla luce della ragione illuminata dalla Fede, la necessità di un intervento diretto di Dio stesso per evitare che il mondo e la Chiesa cadano dall’orlo in cui si trovano fin nel baratro, perché è promessa da Cristo stesso che «le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16,18), la Chiesa di Cristo. Questo fa pensare che siamo davvero a quella fine a cui fa riferimento la Madonna quando dice: «il Mio Cuore trionferà». Ricordiamo a proposito il grande Dottore della Chiesa san Giovanni Crisostomo: «È proprio quando la situazione diventa difficile che devi sperare, perché è allora che Dio fa vedere la sua potenza: non quando le cose sono agli inizi, ma quando la situazione è disperata agli occhi umani, quello è il momento in cui Dio ci viene in aiuto». Il Timoniere dell’universo non seda la tempesta con la propria abilità, la fa finire con un solo cenno della sua potente mano. Non lo fa subito, fin dall’inizio, perché Egli suole sopprimere i mali non al loro sorgere, ma quando si sono accresciuti fino a giungere al culmine, tanto che i più hanno perso ogni speranza. Ma è proprio allora che Dio interviene con straordinari prodigi, manifestando la sua potenza e tutto il suo amore verso di noi sue creature, ingannate dal male, ma, se confideremo in Maria Madre di Dio e Madre nostra, il Suo Cuore Immacolato Trionferà….

Dato a Roma nella Sede Episcopale il 15 Agosto dell’Anno del Signore 2020
Solennità dell’Assunzione di Maria SS.ma in Corpo e Anima.

+ Salvatore Micalef
Vescovo Ordinario
QUESTO SITO È STATO CREATO TRAMITE